Who killed Bambi?

pagella scuola“Hai fatto i compiti?”
“Si”
“Brava”
Nel silenzio che segue la bambina pensa che non si può essere bambini se non te lo concedono.
E il nostro Paese non concede ai bambini di essere bambini. Li vogliamo belli, intelligenti, impegnati e alla moda, pur nutrendoli con merendine griffate, ripiene di niente, come le parole educazione, esempio e cura. Li usiamo come trofei e il mio è meglio del tuo perché è mio. Non ci interessano le loro paure, ci interessano i loro voti e se sono alti li postiamo come trofei. Li condividiamo come una macchina da sfoggiare o un cane da esposizione. Li vogliamo campioni e forti se maschi e ballerine e ossequiose se femmine. Li vogliamo acconciati come pupi da vendere. Li vogliamo come quelli della pubblicità: cuccioli graziosi e mai sporchi. Il mercato comanda e i bambini non possono più essere bambini, possono, devono essere l’eco del nostro ingombrante ego e se sono altro da noi, non ci piacciono, non li vogliamo, non li vogliamo più. E allora la colpa è degli amici, della scuola, della società. Sognavamo figli prodigiosi non li volevamo felici. I bambini felici giocano fuori dagli schemi, si sporcano e ridono e non ci somigliano per niente. I figli si guidano non si tradiscono, i figli non si piazzano alla grande fiera delle vanità dove mentre ci riflettiamo negli specchi altrui dimentichiamo chi teniamo per mano.

Gabriella Grasso

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