Occhio e cuore hanno in me guerra mortale
che la tua vista vogliono spartirsi:
al cuore l’occhio sbarrare l’immagine
vorrebbe, il cuor nega all’occhio i diritti.
Afferma il cuore che dimori in lui-
scrigno ove d’occhi il cristallo non penetra-
ma un tale asserto l’avversario esclude:
“Dimora in me quella bella parvenza”.
S’è riunito per assegnare il titolo
un giurì di pensieri (partigiani
tutti del cuore) e in verdetto han deciso
quanto al caro occhio spetta e al cuore caro,
così: all’occhio la parte che è fuori;
l’amor che hai dentro, è diritto del cuore.
William Shakespeare
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