Enna. Il fuoco brucia tutto, ma non tutti i roghi sono uguali

Enna. Il fuoco brucia tutto, ma non tutti i roghi sono uguali

di Massimo Greco

 

Hobbes, Marx, Locke, Rousseau, Kant e lo stesso Macchiavelli sono personaggi che si sono impegnati parecchio per far comprendere agli ignari uomini la convenienza degli individui nel trasformarsi in cittadini. Gli uomini che non escono dalla stato di natura rimangono individui ingovernati o, meglio, governati dalle sole leggi della natura. Coloro che invece hanno deciso di vestire i panni del “cittadino”, hanno, evidentemente, deciso di transitare nello Stato di diritto attraverso la sottoscrizione di quel “contratto sociale” in cui vengono ripartiti reciproci impegni. Lo Stato, inteso oggi in senso policentrico e poliarchico, assicura il governo e la pacifica convivenza delle comunità amministrate. I Cittadini, chiamati oggi ad essere anche fedeli alla Repubblica, garantiscono la remunerazione delle prestazioni statuali attraverso la fiscalità generale.

 

Fatta questa doverosa premessa, ci piacerebbe sapere cosa non ha funzionato la sera del 26 luglio 2016 in occasione dell’annuale ricorrenza in onore di Sant’Anna. Dopo i rituali giochi pirotecnici, tanto cari agli ennesi, animati all’interno del campo di atletica leggera, si è assistito ad un inaspettato proliferare di fiamme la cui ordinata e circolare estensione ha fatto, nell’immediato, pensare ad un prolungamento innovativo dei medesimi giochi. Salvo poi, prendere atto, con non poca preoccupazione, che le fiamme erano tutt’altro che programmate e come tali domabili solo con l’intervento dei Vigli del Fuoco. Circa la gravità e il potenziale pericolo dei roghi in corso, non hanno avuto dubbi gli abitanti della zona antistante il campo di atletica e coloro che si trovavano a transitare con le autovetture lungo l’anello stradale che dal quadrivio di Santa Anna porta all’Università Kore.

 

Orbene, nell’avere preso atto con soddisfazione dell’assenza di danni a persone, è importante sapere se gli ennesi, che ben conoscono questa tipologia di eventi per averli vissuti e metabolizzati nella tradizionale ricorrenza della festa Patronale del 2 luglio, meritano di vivere questi momenti di ansia e di vero e proprio panico. E’ infatti noto anche ai non addetti ai lavori che i fuochi pirotecnici che incontrano sterpaglie sono capaci di generare roghi lungo la rispettiva traiettoria. Se questo è vero, e forse anche ovvio, occorre però chiedersi qualcosa. Delle due, infatti l’una. O il comitato promotore dell’evento celebrativo risultava sprovvisto delle autorizzazioni necessarie e quindi non preventivamente avvisato delle necessarie avvertenze atte a prevenire siffatti eventi, ovvero, e questa sarebbe certamente l’ipotesi più grave, le autorizzazioni regolarmente rilasciate dai competenti Organi hanno sottovalutato la questione non avendo prescritto al comitato organizzatore e al Comune di Enna i necessari adempimenti (potatura alberi, diserbo e pulizia dei terreni antistanti la promozione dei giochi pirotecnici, ecc….). Una terza ipotesi che sembra farsi strada in queste ore e che, a quanto pare, sarà attenzionata pure dalla competente Autorità Giudiziaria, concerne la validità di un autorizzazione della Questura sulla base di un verbale della competente Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo redatto nell’anno 2013.

 

E’ fondamentale essere informati su “come stanno le cose”, non certo per individuare capri espiatori ai quali addossare le evidenti responsabilità, ma per sapere se quei filosofi della politica che abbiamo citato in premessa trovano ancora ospitalità concettuale in una città spossata e sempre più depressa come la nostra.

 

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