I contenitori vuoti di Enna 6° tappa: chi entrerà in pista per il 2° Tour?
di Vincenzo Cimino
Ultima tappa (la 6°) del nostro tour di Enna, la Città dei contenitori vuoti. L’itinerario è breve, riguardando la zona della vecchia stazione. C’è silenzio in quello che fu il luogo di chi viaggiava “pigliannu u trenu”. Ma pure tranquillità che ci riporta con la memoria alla gente che arrivava di corsa, alla sala d’attesa di 2° classe sempre affollata, ai saluti tristi o gioiosi di chi si emigrava o’ Nord, ai visi assonnati o stanchi dei lavoratori e studenti pendolari. Si fermava un treno che ha fatto storia, l’Agrigento-Milano, quello degli emigrati della Sicilia interna. Era sempre strapieno di famiglie con bambini e anziani, di gioventù pronta a darsi un futuro migliore. Il loro viaggio durava almeno 24 ore. Oggi, i pochi treni a tratta regionale si fermano nella
– Stazione ennese. È un esteso complesso di più edifici riservati fino a 20 anni fa ad uffici, magazzini e abitazioni dei ferrovieri. Ha un qualcosa di affascinante, dà la gradevolezza di un lenta camminata, si scrutano le rocche di Calascibetta ed Enna. Era un piccolo borgo con accanto una fabbrica di laterizi e con bei spazi di verde boscato. Nell’area si pensò d’avviare una zona artigianale, invece che ad Enna Bassa, questa peraltro mai decollata. Le Ferrovie Italia hanno abbandonato buona parte di questo patrimonio, eppure dovrebbero dismetterlo per beneficiare attività e usi vari. LORO non attivano la legge in materia; ma nemmeno gli operatori locali e gli Enti pubblici si fanno avanti con progetti e programmi d’impiego. In sostanza, pare che non interessi sia all’una che all’altra parte. Nondimeno con quel po’ di studio, di capitali da investire e aiuti con fondi europei, potrebbe essere financo un buon business!
A pochi centinaia di metri, al Bivio Misericordia, a Pruvulera, non si può non guardare quel che fu, fino a meno d’un decennio fa,
– Hotel Demetra. Lunga è la storia di questa struttura, creata nella seconda metà sessanta come Hotel della Gioventù e gestita con scarsi risultati dall’Automobil Club. Per molti anni rimase chiuso, per poi essere ricostruito, grazie a fondi reg.li, da una cooperativa con un bel progetto. Il Demetra era un albergo di buon stile, funzionale e apprezzato. Qualcosa, poi, fece scattare un stato di crisi. Alti costi di gestione, mercato debole, servizi carenti, difficoltà finanziarie, soci demotivati? La sua chiusura sorprese e spiacque . Fu venduto per farne una Casa Albergo per Anziani. Presero avvio i lavori di rifacimento, giusto il tempo per renderlo inutilizzabile. Come stanno le cose ora? C’è voglia di riaprire il cantiere? Ci sono i fondi? Anche se le risposte non sono dovute, essendo privata la proprietà, sarebbe opportuno informare, non foss’altro perché fondi pubblici sarebbero stati investiti nel passato. Comunque si è in tanti ad auspicare il completamento dei lavori.
Altri luoghi, edifici, strutture andati in disuso e scordati andrebbero visitati per riporli all’attenzione degli ennesi, distratti e non. Ci fermiamo, ricordando la ragione di questo Tour, ossia leggere il Passato degli scorsi decenni per trarne riflessioni critiche. Osservare con occhi di gente d’oggi volendo capire che è successo, e trovare il filo del ragionamento su errori, sconfitte e obiettivi mancati. “I vuoti Contenitori”, ancora quasi tutti riattivabili, sono tanti, e ognuna segna rotture del Sistema Città che si riteneva duraturo. Era la Enna Capoluogo, città della burocrazia e dei servizi pubblici, paese del commercio al dettaglio, terminale dei flussi finanziari di Stato e Regione. È finita tale identità perché cancellata dai fatti. È ormai tempo che fu; e sarebbe da sciagurati, se non scordare, ripensarlo acriticamente. Il Passato non è “copia e incolla”, ma deve pur sentirsi nel Nostro Presente, segnato da un lento e costante regresso a 360 gradi,
Eppure Enna è oggi la sede della 4° Università isolana. Siamo convinti che la Kore è pagina della Storia Siciliana, perché nel cuore della Sicilia Interna è avvenuto qualcosa di straordinario ma possibile, appunto storico. Oggi, Essa è la faccia della medaglia, raffigurante la Città, vincente e moderno, vogliosa e dinamica. C’è l’altra faccia ritraente Enna in crisi, che “cancella il passato e consuma il presente” nella quotidianità vissuta con pigrizia. Queste due facce riverberano i due volti della classe dirigente locale, evidentemente. Quella espressa con Salerno che sin da giovane ha fatto di un’idea prima un progetto, poi una luogo d’alta formazione. Quella di quanti, invece, “stanno a guardarsi l’ombelico” avendo perso l’orizzonte dello sviluppo.
La partita deve restare aperta. Chi vuol sentirsi (Sindaco? Impresa? Leader politico?) innovatore e convincente si faccia avanti. Non solo per dire, ma per fare. Un campo attivo può essere questo: riempire i CONTENITORI VUOTI progettando il loro riuso. Non si può che restare in attesa, da testardi ottimisti.