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La fase di stallo che si registra al Comune di Enna, in cui si sta assistendo alla fuga dei Consiglieri di maggioranza (ex PD) e all’occupazione istituzionale dell’aula consiliare a cura dei Consiglieri che sostengono il Sindaco Di Pietro, induce a ipotizzare alcuni scenari possibili.
Ne parliamo con Massimo Greco.
Se il bilancio di previsione non dovesse essere approvato dal Consiglio comunale cosa accadrà?
Il bilancio sarà approvato dal Commissario ad acta nominato dalla Regione e, così come prevede la normativa, il Consiglio comunale sarà sciolto. A questo punto dovrebbe seguire la decadenza del Sindaco con apposito decreto della Regione.
Ammesso che la novella disposizione regionale della decadenza kamikaze sia immediatamente applicabile, è così pacifica la decadenza del Sindaco a seguito della mancata approvazione del bilancio di previsione trattandosi di inadempienza non propria?
La Regione, prima di procedere alla decretazione della decadenza del Sindaco farebbe bene a chiedere il parere consultivo dell’Ufficio legislativo e legale o, meglio ancora, del CGA. Sono troppi i profili d’incostituzionalità per avventurarsi in una temeraria decadenza di una carica elettiva come quella del Sindaco che, peraltro, è stato direttamente eletto dai cittadini.
Se la Regione dovesse comunque procedere?
Il Sindaco farebbe inevitabilmente ricorso al TAR di Palermo, chiedendo in quella sede la sospensione del decreto regionale di decadenza previa sperimentazione di un’interpretazione costituzionalmente orientata della novella disciplina e, in subordine, eccependone la questione di costituzionalità.
Se il TAR dovesse concedere la sospensiva sarebbe una beffa…
Certo, il Sindaco e la sua Giunta rimarrebbero in carica e il Consiglio comunale verrebbe sostituito da un Commissario ad acta. Del resto i Consiglieri che si stanno avventurando in questo percorso dovrebbero sapere il rischio che corrono.
