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Enna. A Sala Cerere due giornate di studio sulla vita e l’opera di sant’ Elia

Sant'Elia - Copyright - Luigi Nicotra
Sant’Elia – Copyright – Luigi Nicotra

Due giornate di studio sulla vita e l’opera di sant’ Elia di Enna sono in programma per martedì 27 e mercoledì 28 settembre nella Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte. L’idea e l’organizzazione dell’evento si devono all’Officina di Studi Medievali, presieduta da Diego Ciccarelli, e all’Università di Palermo, stimolati dalla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta nella persona di S. E. il Metropolita Ghennadios di Venezia. Si parlerà della figura monastica, della spiritualità bizantina e della grandiosa opera di Elia di Enna, nella tradizione siciliana e calabrese. Elia, battezzato con il nome di Giovanni, nato a Enna nell’829, viene catturato per ben due volte dai musulmani di Sicilia e portato a Tunisi; liberato scopre la sua vocazione monastica e si trasferisce in Palestina. Decide di vivere nel monastero di Santa Caterina sul Sinai, dove rimane per alcuni anni. Dopo brevi soggiorni ad Alessandra d’Egitto, in Persia, ad Antiochia e di nuovo in Nord Africa, s’imbarca alla volta di Palermo. Sosta a Taormina per poi trasferirsi in Calabria presso Palmi dove fonda il Monastero delle Auline che prenderà il suo nome. A causa delle incursioni saracene, da lui profetizzate, è costretto a fuggire a Patrasso, ma appena possibile torna sull’Aspromonte. Visita Roma come pellegrino, accolto da Papa Stefano V. Ritorna in Calabria per poi ripartire per Costantinopoli ma durante il viaggio, preso da un malore, muore all’età di 75 anni a Salonicco il 17 agosto del 904. Travolto da avvenimenti storici di quel periodo, incluso il passaggio degli Arabi e dei Normanni, Elia di Enna rimane uno degli esempi più luminosa. Ad oggi la sua figura, richiamata dalla toponomastica siciliana e calabrese, rimane sconosciuta anche agli addetti ai lavori. Un’esistenza segnata da miracoli, guarigioni, profezie, sempre alla ricerca dell’affermazione del più originale spirito della tradizione cristiana antica, in un’epoca travolta dall’invasione islamica, da conversioni fittizie e distruzioni di monasteri e centri religiosi. Il convegno si pone come finalità la riscoperta della tradizione cristiana siciliana della Magna Grecia, una tradizione che è stata sottovalutata per molti secoli ma che tuttavia è riuscita a mantenere viva le sue profonde radici nel nostro territorio. enna-chiesa-carmineEnna, come molti altri centri della Sicilia, rimane testimone di un periodo nodale delle origini che continua a pulsare attraverso una sacralità di cui la tradizione bizantina si configura come uno scrigno. Le giornate di studio si propongono di focalizzare l’attenzione sul “secolo d’oro” dell’agiografia bizantina siciliana e greca che vede uno straordinario rigoglio di monasteri e Santi. Il convegno avrà inizio alle ore 9 del 27 settembre con i saluti istituzionali di autorità locali, laiche e religiose, e si concluderà il giorno dopo, 28 settembre. Al termine dei lavori della prima giornata, alle ore 19, al Duomo è previsto il Vespro di S. Elia con la benedizione, mentre alle ore 13 del 28 settembre, è in programma la visita alla Torre di sant’Elia al Carmine. Durante le due giornate si terrà una mostra di libri, immagini e oggetti con riferimenti a Santo ennese, presso la Biblioteca comunale, curata dal personale della stessa biblioteca, dal numismatico, Enzo Cammarata, dallo storico dell’arte, Rocco Lombardo, dall’appassionato di storia patria, Federico Emma e dal ricercatore Roberto Raciti. Il convegno si avvarrà del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali, dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e del Comune di Enna.



Nelle foto: la Torre di S.Elia e il quadro a olio raffigurante il Santo realizzato nel laboratorio di pittura del locale Liceo Artistico, ispirato a un antico disegno affrescato esistente al Duomo.

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