“Qui ad Enna ho trovato un Ato che ha agito nella totale illegalità e anarchia e di questo ho già informato la Procura – lo ha detto Sonia Alfano, commissario straordinario dell’Ato Enna nel corso di una conferenza stampa convocata anche per informare di avere denunciato il figlio del sindaco di Agira, la parlamentare nazionale del PD, Maria Greco, dopo il consiglio comunale infuocato di qualche giorno fa. Il giovane avrebbe aggredito la Alfano davanti alla sua scorta, i carabinieri e la polizia, accusandola di avere minacciato in consiglio comunale la madre. La Alfano aveva chiesto audizione al consiglio comunale per chiedere al sindaco di ritirare l’ordinanza con la quale ha affidato, per motivi di igiene e somma urgenza il servizio di raccolta rifiuti ad una ditta esterna continuando però ad utilizzare gli operatori dell’Ato. “A quella ditta esterna danno il doppio di quanto dovrebbero dare a noi Ato – ha detto la Alfano. É un quadro a tinte fosche quello delineato sull’Ato Enna su cui pesano 159 milioni di euro di debiti, dal commissario, con mezzi che raccolgono senza l’autorizzazione dell’Albo nazionale mezzi raccolta rifiuti, bilanci da approvare dal 2006, comuni che non versano da anni neppur quanto deliberato in bilancio e comunque sottostimato rispetto al costo del servizio, senza alcun piano economico finanziario, con 404 dipendenti che tutti dicono sono tanti ma nessuno dei comuni trova il coraggio di licenziare. Quando sono arrivata ad Enna mi è stato subito detto che era un bene che avevo la scorta e che avrei dovuto imparare a parlare il linguaggio di Enna – ha denunciato la Alfano – che ha dovuto cambiare location per la conferenza stampa dopo che il commissario straordinario della provincia le aveva negato una sala perché non aveva personale per tenere aperto il palazzo provinciale. “Lunedi darò mandato al legale per presentare decreti ingiuntivi contro i comuni che non hanno pagato. Si tratta di 5 milioni e mezzo di euro. Se riesco a recuperarli la mangiatoia finirà per molti”.
Mission impossible per Sonia Alfano, tra i rifiuti ennesi e i suggerimenti di Seneca
di Massimo Greco
La cura degli interessi pubblici affidata a quei cittadini che esercitazioni funzioni amministrative è generalmente anonima, nel senso che, parafrasando Deng Xiaoping, “non importa se un gatto è bianco o nero finché cattura i topi”. Ma non sempre è così, visto che in alcuni casi la scelta di attribuire determinate funzioni di pubblico interesse dipende da un nome e da un cognome. La nomina di Vittorio Sgarbi quale Coordinatore unico dei lavori di restauro della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (con la preziosa collaborazione dell’Arch. Rosa Oliva) è l’esempio più plastico di come una medesima questione possa sortire evoluzioni diverse in funzione di chi è preposto alla sua cura. Verosimilmente, sarebbe stato impossibile per un altro professionista interno o esterno alla Regione riuscire a portare a compimento una complessa opera di restauro in un bene culturale come La Villa Romana del Casale in cui notoriamente s’intrecciano poteri di varia natura.
Un secondo esempio che sembra assumere la stessa consistenza è quello della nomina di Sonia Alfano a Commissario Straordinario della società di regolamentazione rifiuti (SRR) che – prima o poi – dovrà prendere il posto della liquidanda società d’ambito “EnnaEuno”. Sonia Alfano è stata infatti chiamata dal 1° agosto 2016 ad esercitare poteri accertativi ed eventualmente sostitutivi in ordine ai compiti e alle funzioni indicate nell’Ordinanza emergenziale del 30 giugno scorso emessa dal Presidente della Regione Crocetta in materia di rifiuti. Il Commissario Alfano, nelle more del completo trasferimento del servizio integrato al nuovo soggetto (SRR), dovrà assicurare la continuità del servizio di raccolta dei rifiuti in nome e per conto dei 20 Comuni dell’ambito territoriale ennese ed accelerare le procedure necessarie per addivenire all’affidamento del servizio in conformità alle previsioni di legge. Missione impossibile (?) in un ATO come quello ennese che è già riuscito ad accumulare debiti per oltre 150 milioni di euro.
Dura e cruda la requisitoria fatta dal neo Commissario dopo i primi mesi dall’insediamento nella conferenza stampa di ieri appositamente convocata. “Buchi”, “distrazioni di somme”, “gestioni allegre”, “danni erariali”, e “responsabilità dirette dei Sindaci” sono solo alcune delle pesanti parole pronunciate durante una relazione in cui sono presenti tante “luci” ma che alcune importanti “ombre”. Tra le “luci” certamente una forza di volontà non comune nel perseguire anche “a testa bassa” gli interessi pubblici sottesi al suo commissariamento; la capacità di dialogare con i Sindaci soci, forte dell’esperienza già maturata nella consorella società d’ambito trapanese e della conoscenza delle dinamiche della politica per avere svolto diversi incarichi istituzionali; la serenità di confrontarsi con gli operatori e i loro rappresentati sindacali per concertare un ipotesi credibile di riduzione del costo complessivo delle risorse umane; l’acume nella ricerca delle criticità finanziarie che continuano ad inceppare il sistema; la determinazione nell’impedire l’abuso delle ordinanze sindacali – ex art. 191 – per una gestione comunale autonoma del servizio; la consapevolezza dei poteri emergenziali e derogatori di cui dispone per riuscire ad aprire porte che si erano irrimediabilmente chiuse.
A fronte di numerose frecce lanciate nella direzione dei Sindaci rei, peraltro, di non essere risusciti a governare una loro creatura, ancorchè necessariamente voluta dal legislatore per gestire unitariamente il servizio rifiuti, pochissimo è stato detto (e forse fatto) in ordine alla individuazione delle responsabilità sull’altro versante della mala gestio della società “EnnaEuno”, quello del management burocratico. E proprio tutta responsabilità dei Sindaci il fallimento della società d’ambito? Nulla è stato detto sulle modalità future di gestione del servizio alla luce del fatto che la SRR potrà solamente esercitare funzioni di regolamentazione del servizio e non operative. Così come nulla (o quasi) è stato detto in ordine al fenomeno della frammentazione dell’unicità del servizio integrato ad opera degli ambiti di raccolta ottimale (ARO) che stanno sorgendo come funghi, nonostante una diffida trasmessa alla Regione dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e una mirata istruttoria/segnalazione dell’ANAC.
In attesa di aspettare fiduciosi i primi risultati positivi, non ci resta che suggerire la lettura di un passo de “L’ira” di Seneca, secondo cui “II padrone di una nave che lascia entrare molta acqua dalle connessure allentate se la prende forse con i marinai e con la nave stessa? Piuttosto corre ai ripari, e una parte d’acqua la ferma, un’altra la sgotta, ottura le falle evidenti, resiste con continuo impegno a quelle invisibili che lasciano entrare acqua di nascosto e non è indotto a fermarsi dalla constatazione che, quanta acqua sgotta altrettanta se ne riforma. Contro i mali continui che si riproducono c’è bisogno di un soccorso persistente, non perché cessino, ma perché non abbiano la meglio”.