Un cammino come un altro, un giorno come un altro, la casualità di trovarti e di non comprenderne le ragioni, allora come oggi, sconosciute e per questo incommensurabilmente sublime.
Accetti che qualcosa esista di davvero forte, e ancora, provi a capirne le fonti, le motivazioni e i perché, ma inutilmente vai a segno nel nulla; prendi il buono che c’è e lo assimili, come un dolce veleno che ti logora lentissimo, è la dose a esser letale, non l’assunzione. E procedi, avanti nel tempo e nello spazio della tua esistenza con il dolce fardello addosso, con l’inspiegabile gioia che ti accompagna i passi. L’uomo è un animale sociale, sì ma è più un animale da amare, razionalmente dichiariamo e ci raccontiamo che vorremmo star soli per star sereni e in pace, ma puntualmente cerchiamo pace in un altro tormento, in un mondo che vorremmo scoprire e che ci piacerebbe abitare, altri da noi, con noi.
Non si spiega l’amore, non è legittimo nemmeno provarci, non ci è concesso saper usare parole per incastrarlo in uno scritto; in molti, da sempre, ci provano… tentano.
Ma per la ragione stessa della sua ‘inetichettabilità’ è chiaro ed evidente che anche i grandi hanno fallito. Possiamo (possono) fissare il risultato che l’amore ha sull’uomo, non certo le ragioni, che più tenti di spiegarle più si accartocciano su se stesse, più vorremmo dipanare il dubbio e più la materia diventa opaca, come un vetro sul quale per vedere meglio ti avvicini col volto ma si appanna col fiato.
E così del mistero si fa atto e si accetta con la dovuta pazienza e col dovuto rispetto che si deve all’inspiegabile animo umano in perenne tumulto.
Dina La Greca
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