Non si era mai sentita amata, da bambina giocava in solitaria sulle sponde del fiume dei suoi pensieri e si riprometteva che da grande avrebbe amato tantissimo.
Era loquace solo per far rumore nei suoi pensieri tristi di bambina sola con la sua solitudine; sentiva sempre di stare fuori posto in qualsiasi posto del mondo lei si trovasse. Rapita da suoni di risate là fuori, dal di dentro di un buio pesto sognava giorni cupi ma socievoli. Pareva di sentirlo quel futuro, sapeva che sarebbe andata in quel modo che lei desiderava tanto sentire sulla pelle, sebbene bambinetta sentiva la sua pelle parlarle.
Erano giorni color legno di noce quando capì che il futuro le bussava da dentro una lente, erano giorni di freddo autunno che si tingevano del colore dell’uniforme blu della scuola, erano giorni di un passato presente che le indicavano la strada che da sempre le era sembrata l’unica da percorrere, la sua, e tutti i desideri che essa conteneva, proprio tutti.
Dina La Greca
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