Enna. Sull’ATO rifiuti si dice tutto e il contrario di tutto
di Massimo Greco
Nella complessa gestione dei rifiuti in provincia di Enna in cui le azioni di malagestio nella cura e funzionamento del servizio integrato e nell’uso delle correlate risorse pubbliche hanno avuto la meglio su quelle ordinarie, spicca la decisione assunta il 21 dicembre scorso dall’Assemblea dei Soci della liquidanda società d’ambito “EnnaEuno” attraverso la quale si dà mandato al Collegio di liquidazione di impugnare la nota sentenza del Tribunale di Enna che dichiarava nulla l’azione di assorbimento dei dipendenti di “SiciliaAmbiente”. Ora, al netto delle comprensibili ragioni connesse all’esigenza di assicurare tutti livelli occupazionali impegnati nel settore – le cui soluzioni risultano peraltro suggerite nella medesima sentenza del Tribunale in vista del passaggio al nuovo sistema della SRR – la questione incuriosisce per almeno tre ragioni.
La prima. L’Assemblea dei soci ha dato mandato di impugnare la citata sentenza del Tribunale al medesimo Collegio di liquidazione a cui la stessa Assemblea dei soci aveva, in data 29 settembre 2014, già dato mandato per promuovere l’azione di responsabilità nei confronti del precedente Collegio di liquidazione resosi responsabile dell’illegittimo assorbimento del personale di “SiciliaAmbiente”.
La seconda. L’attuale Collegio di liquidazione della società “EnnaEuno” è composto dai medesimi professionisti che, alla data del 29 settembre 2014, proponendo l’azione di responsabilità sociale per il temuto danno erariale pari ad euro 15 milioni, sottolineavano che il mancato accoglimento da parte dell’Assemblea dei soci dell’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti della passata gestione avrebbe potuto determinare in capo agli stessi una responsabilità contabile.
La terza. Tra le posizioni dei soci dell’Assemblea spiccano quelle dei Comuni di Nissoria e Barrafranca. Occorre infatti molta fantasia per giustificare un voto favorevole all’impugnativa della sentenza del Tribunale in presenza di un precedente voto altrettanto favorevole finalizzato alla promozione della responsabilità sociale nei confronti del precedente C.d.L. per temuto danno erariale derivante dall’illegittimo passaggio del personale di “SiciliaAmbiente” reso nella seduta del 29 settembre 2014.
Orbene, il comportamento del socio di una società a partecipazione pubblica, mentre è certamente vincolato dalle regole civilistiche, risente inevitabilmente dell’indubbia natura pubblicistica della funzione esercitata mediante l’uso di risorse finanziarie pubbliche. In tale contesto, e senza mancare di rispetto alle osterie – peraltro piacevolmente prese di mira in questo periodo natalizio – a differenza del socio del circolo “Cultori del vino”, il tradizionale ambito di manovrabilità del socio (pubblico) è strettamente vincolato all’esigenza di tutelare i diversi interessi pubblici coinvolti. Corollario di ciò è che i Comuni non possono permettersi di dire tutto e il contrario di tutto in qualunque momento e in qualsiasi sede.
Che dire….Signore perdonali perché non sanno quello che fanno!