Porti pazienza professore siamo donne e basta poco per irritarci. L’ultima fatica di Pietrangelo Buttafuoco, “La notte tu mi fai impazzire”. Sottotitolo: “Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore”. Edito da Skira, ha indisposto non poche lettrici. Agostino Tassi, chi era costui? Tassi. Tassi. Agostino Tassi lo stupratore di Artemisia Gentileschi! Palazzo Braschi a Roma fino al 7 maggio del 2017 ospiterà le sue opere mentre il libro del vessato Buttafuoco è già nella classifica dei più venduti. Per chi non lo conoscesse, Tassi era un pittore quadraturista. Nella Roma del seicento visse e picchiò molte donne, tutto normale per il tempo, niente di anormale anche oggi. Nel 1611, Tassi, lavora con Orazio Gentileschi alle decorazioni del Casino delle Muse a Roma. Il suo amico Orazio Gentileschi ha una figlia, certa Artemisia. Artemisia Gentileschi. Artemisia è una pittrice di grande talento, conosce Tassi e Tassi la stupra. Il 14 Maggio del 1612 Roma accorre nelle sinistre aule dell’Inquisizione per ascoltare il giudizio su Tassi. Orazio Gentileschi lo aveva infatti denunciato a Paolo V per aver deflorato sua figlia, impedendo a lui povero querelante, “di trarre il giusto guadagno ”. Artemisia venne torturata , “visitata” pubblicamente dalle espertissime levatrici Diambra e Caterina che affermano: «trovo che lei è sverginata perché il velo e panno verginale è rotto, e questo è stato da un tempo in qua e non di fresco» e detta dunque “puttana” e menzognera. Voleva forse la Gentileschi approfittare della fama del Tassi, per trarne goduria e giovamento? «N’avete dato a tanti ne potete dar’anco a lui». Il processo alla Tor di Nona si protrasse per qualche mese. Il 27 novembre 1612 Agostino Tassi venne condannato per la deflorazione di Artemisia Gentileschi, la corruzione dei testimoni e la diffamazione di Orazio Gentileschi. Il giudice Gerolamo Felice gli impose di scegliere tra cinque anni di lavori forzati e l’esilio da Roma. Il giorno seguente Tassi prese la propria decisione e scelse l’esilio, aiutato dal capitano Pietro Paolo Arcamanni che garantì per lui. La sentenza venne depositata, separata dagli atti, negli archivi Vaticani. Dopo la sentenza Orazio Gentileschi organizzò un matrimonio riparatore per la figlia, in modo che recuperasse la dignità perduta. Il prescelto fu il pittore fiorentino Pierantonio Stiattesi.
E’ tutto un ossequio il libro di Buttafuoco a quel “gran teatro del mondo” in cui il maschio è e la femmina è in virtù del maschio. Un ludus narrativo insomma che cunta di uno stupro al margine dell’eros e dell’arte e dunque poca cosa è lo stupro. “…Le strapazza tutte, le femmine: maneggiandole, impastandole, mescolandone gli umori nella tavolozza dell’osceno più che compiuto”.
Buttafuoco racconta l’assalto di Agostino al corpo di Artemisia con rara felicità di tratto. Non lesina pietà alla vittima né sprezzo al pittore ma, scrittore di carne e passioni com’è, sa che tal bruzzaglia di maschio fa fremere ogni donna che sia femmina. Artemisia è femmina nello spavento, nel pianto, nel contemplare “il grume del tenerume strappato allo Smargiasso”, nella “voce trattenuta d’affanno” e il Tassi sbadiglia di quella “Stretta come una pesca intatta. Rosea di velluto. E’ fresca come l’acqua della rocca. Lo Smargiasso deve fare remi dei propri reni e dare barra di battaglia su quelle onde dove tutto freme, ferve e geme”. Penna e pennello, Buttafuoco e Tassi, perché “Poetis et pictoribus omnia licet”.
Ai poeti e ai pittori tutto è concesso, a loro si deve credere. E della vergogna, della violenza e dell’umiliazione della femmina chisseneimporta. Fimmini la verità è dell’uomo e chi non lo capisce è sceccu.
Gabriella Grasso