Q – Borghese. CREDI ANCORA A BABBO NATALE?

CREDI ANCORA A BABBO NATALE?

Quando mi dissero che il 2 novembre erano i genitori a portare i regali e non “i morti”, lo sapevo già ma ci rimasi male lo stesso. Nessuno ne fece però una tragedia, come è successo invece in questi giorni all’Auditorium di Roma, dove all’esclamazione stizzita del direttore d’orchestra “Babbo Natale non esiste!”, è seguita una polemica gigantesca e il tapino è stato licenziato in tronco.

Ma oramai il mondo va a rovescio e le cose importanti passano in secondo piano rispetto alle sciocchezze.

Dalle nostre parti non c’è da stare allegri. Dovunque ti giri il 2016 è passato come se niente fosse: era il mese di novembre 2015 quando la via Caterina Savoca è sprofondata ed è ancora lì, con la sua bocca spalancata verso il vallone Scaldaferro. Della Panoramica nemmeno a parlarne: era l’inizio del 2015 quando soldi, impresa e tutto l’ambaradan erano pronti per cominciare la ricostruzione dei ponti crollati e avvenne il nuovo crollo. L’insipienza e l’incapacità di assumersi le responsabilità ha portato ad un anno e mezzo di silenzio solo per rifare il progetto: di lavori nemmeno a parlarne!

Aperta una strada (forse nel 2017 riaprirà finalmente la SP4) se ne chiuderà un’altra (quasi certamente la SP4-viadotto Mulinello). Così quella sigla resterà sempre un buco nero nella disastrata mappa della Sicilia stradale.

Hanno completato addirittura la Salerno-Reggio Calabria ma la ex provincia, come tutte le cose siciliane è rimasta un’incompiuta. Almeno il vecchio motto gattopardesco (cambiare tutto per non cambiare nulla) lasciava le cose come stavano, qui invece è finita in tragedia o poco meno: tutti soldati e nessun generale e forse dovremo aspettare il nuovo governo in autunno e il 2018 per venire via dal tunnel.

Quanto a rifiuti e acqua, il 2016 prometteva sfracelli: poi a uno a uno i signori sindaci rivoluzionari sono rientrati nei ranghi della quotidianità (tutto e il contrario di tutto secondo le giornate) e anche lì tutto è fermo come i bilanci dell’ATO. È stata nominata una super commissaria (e un signor vice supercommissario) e anche lei ha fatto proclami correttissimi (vecchi di qualche lustro, ma a dire cose giuste non è mai tardi) ma di sbloccare la situazione nemmeno a parlarne, anche perché ha “perso la volata” e sono ricominciati i vecchi trucchi di chi tiene tutto in sospeso da anni, senza distinzione di colori e di misura (comuni grandi e piccoli, di destra, di sinistra e gender). I miracoli qui non si fanno nemmeno a Natale!

L’economia è quella che è, e tranne qualche buon addobbo natalizio e una stagione teatrale all’altezza di Garofalo, nulla di nuovo sotto le stelle. Ogni tanto si riparla di parcheggi al Pisciotto ma sono solo canzonette. Di concreto restano solo le multe pure ai passanti, che nel frattempo scivolano nelle cosiddette rampe per disabili fatte in casa. Meglio che niente o meglio niente?
Di cose tristi ce ne sarebbero ancora ma siamo a fine d’anno e vogliamo stare svegli e allegri.

Ecco allora 41 indagati e forse una trentina di rinviati a giudizio per… una visita allo zio Totò. Stiamo parlando dell’ex eterno assessore all’Agricoltura e poi Presidente della Regione, considerato il più cattivo di tutti, una specie di babbonatale al contrario (forse per questo è dimagrito), al punto che è forse l’unico galeotto che in Italia si è fatto tutti gli anni e persino i minuti di galera, al punto che non gli hanno permesso nemmeno di andare al funerale della madre (tanto era già morta).

Anche lui, come il Babbo Natale positivo, quello con barba bianca e pancione, è una specie di favola (vivente, naturalmente, per evitare che caccino anche me come il direttore d’orchestra) ma che nessuno sa esattamente dove vive e cosa fa, ma ogni tanto se ne parla, così per stare allegri….

Non vorrei essere frainteso: non voglio difendere lui (al massimo i cannoli) o provare compassione solo perché è stato migliore dei suoi successori in ordine sparso (ma sono loro ad essere scarsi non lui bravo); è solo che questa storia degli onorevoli e soprattutto degli assistenti che vanno a visitarlo e sono adesso accusati non di congiure o attentati ma di aver detto una bugia (ma quali assistenti: erano amici e conoscenti…) mi sembra sproporzionata rispetto ai veri problemi della giustizia, della Sicilia e del mondo criato.

Un po’ come la storia della “trattativa” stato-mafia, dove hanno chiamato tutti ma proprio tutti a testimoniare (mancano solo Putin, Bill Clinton e appunto Babbo Natale) ma di cose concrete nemmeno l’ombra, a più di vent’anni dalla storia vera. Ma anche lì prudenza, perché il chiarissimo prof. Fiandaca, che ha avuto l’ardire di pensarla giuridicamente in modo diverso, è finito praticamente alla gogna.

Ma sono cose ormai passate (o quasi) che butteremo via con l’anno nuovo. Ne parlo soltanto perché il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando (ah, il vecchio Lucio!).

 

Buon Anno!

 

Q – G.L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
Q è “plurale” anche in un senso più ampio.

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