Orge a Padova e malandrini a Catania

In Italia usasi così, lo scriviamo per quanti pensano allo Stivale con ammirazione (chi? Boh?).

A Padova don Andrea, detto dai suoi parrocchiani don porco, etichettava con i nomi dei papi i dvd amatoriali girati in canonica. Sesso estremo e violento nei dvd. La magistratura su denuncia di una delle donne del don indaga per favoreggiamento della prostituzione e violenza privata, don Andrea. E la curia? Attende. Dal giorno della perquisizione il sacerdote di 48 anni è svanito nel nulla. In accordo con il vescovo, il don, è in una comunità fuori dal Veneto, forse all’estero.
Una parola Francesco, solo una parola.

Pure in fuga è «per sicurezza» il medico aggredito al Vittorio Emanuele la notte di Capodanno. In fuga? «Sì, qui scappa chi viene aggredito», commenta amaro da una città lontana Rosario Puleo, occhi pesti per pugni e ceffoni e torace dolorante. «Mi hanno lasciato solo. Già la notte del pestaggio quando ho dovuto chiamare dei familiari perché mi scortassero fino a casa. Poi, quando hanno arrestato il capobanda del gruppo di almeno dieci persone, dalla polizia è arrivato il consiglio: “si allontani”. E io sono andato via con moglie e figli…». Al Vittorio Emanuele storie così sono già accadute e bellamente archiviate. Puleo a oggi è in «esilio» su suggerimento delle forze dell’ordine e loro a piede libero.”Ma posso tornare a lavorare? Può tornare a lavorare mia moglie? Posso mandare lunedì i miei figli a scuola?» Questo si domanda Puleo. «Andrò io dal questore che non ho avuto il piacere di incontrare» dice rivelando che gli sono arrivate «strane telefonate». Qualcuno chiama in ospedale per avere il suo telefono. «Propongono interviste per siti online che però non esistono. Ma non so nemmeno con chi parlarne. Non c’è un ispettore, un funzionario che mi abbia lasciato un cellulare in caso di necessità».
Una parola Mattarella, solo una parola.


Gabriella Grasso