domenica , Febbraio 9 2025

LUI MI AMAVA DA MORIRE

Ylenia Grazia Bonavera, la 22enne con il rosario fluo al collo, è l’icona della sconfitta culturale e sociale di questo Paese. Ylenia nel circo catodico pomeridiano alla madre, che per lei vorrebbe “avvocati, comandanti e professionisti”( capaci di violenza esattamente come i collaboratori a progetto, i manovali, i fruttivendoli, gli idraulici ecc…ecc..ecc…) ha urlato: “stronza” alimentando la potenza di una tragedia insopportabile.
In passato c’era stato qualche schiaffo, ma non più di tanto e solo un’altra volta mi hanno dato fuoco, dice Ylenia. “Mio figlio non ha mai rubato neanche un motorino” aggiunge il padre e “la più grande trasmettitrice con le palle” così ha chiosato: “Ma lo sai che ci sono uomini che fanno queste cose per troppo amore?”.
Sono gli uomini che hanno ammazzato negli ultimi dieci anni 1.740 donne: 1.251 (il 71,9%) in famiglia e 846 (il 67,6%) all’interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex. E se si va ancora più indietro nel tempo, fino al 2000 – anno record con 199 delitti – il dato sale addirittura a 2800 femminicidi e ancora una volta a una donna offesa segue sempre una donna schifata dalla parola femminicidio, che mette insieme amore e morte, crisi e possesso, divorzio e fragilità, cazzi e mazzi insomma perché così è più facile far passare il concetto di COSA.
Di legame riducibile a cosa e quando quella cosa viene sottratta semplicemente la si cancella. I femminicidi non sono frutto di raptus o pazzia cronica sono frutto di una società retrograda e maschilista, che fatica a declinare al femminile i nomi, a usare femminicidio, a rinunciare agli stereotipi di genere, alla famigli naturale con i ruoli definiti e immutabili, ma che accetta in cambio di tante panchine rosse i tagli dei fondi ai centri antiviolenza e dunque è giusto che in Italia si continui a morire per troppo amore, del resto lo ha detto la TELEVISIONE.

Gabriella Grasso

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