Con la sospensione della voce di costo “partite pregresse” contenuta nelle fatture bimestrali che l’Ente gestore del servizio idrico “AcquaEnna” recapita agli utenti di tutta la provincia, ad eccezione del solo Comune di Barrafranca che per inspiegabili ragioni continua ad autogestirsi il servizio fuori dall’ambito territoriale ottimale, i Sindaci della nuova Autorità d’ambito hanno dato un chiaro segnale politico a favore dei cittadini, così estendendo a tutti quelle ragioni che i Giudici di Pace di Enna e Leonforte hanno riconosciuto ai soli ricorrenti. A questo punto si apre un nuovo capitolo dai risvolti politici e giudiziari visto che la questione è notoriamente complessa.
Ne parliamo con Massimo Greco.
La sospensione non è stata condivisa da tutti i Sindaci….
E’ triste dover prendere atto che alcuni Sindaci non abbiano preso le difese dei propri cittadini, nonostante la presenza di sei sentenze emesse in primo grado che confermano l’illegittimità di tali pretese. Alcuni Sindaci addirittura non si sono neanche presentati in assemblea (né hanno delegato i propri assessori) pur sapendo l’importanza della decisione da assumere. Ed è ancora più grave perché ciò che è stato deliberato dall’ATI non comporta l’annullamento in autotutela della deliberazione del Commissario Straordinario pro-tempore che autorizza nel 2013 l’addebito dello scostamento finanziario del costo del servizio in capo all’utenza, ma una semplice sospensione della relativa riscossione a cura di “AcquaEnna” alla luce dei giudicati fin qui emessi e in attesa di ulteriori approfondimenti. Quindi un atto politicamente opportuno e giuridicamente corretto. E di questo va dato atto e merito ai Sindaci che lo hanno proposto a partire dal Presidente dell’ATI Di Pietro.
Adesso che succede?
Al netto di una probabile impugnativa al TAR da parte dell’ente gestore, le “partite pregresse” non potranno più essere contemplate nelle periodiche fatture, almeno fino a nuovo indirizzo. Del resto “AcquaEnna” nulla ha da pretendere dagli utenti proprio perché nulla è stato negoziato in sede di sottoscrizione del contratto d’utenza. Con la sospensione della delibera di che trattasi viene meno il presupposto su cui “AcquaEnna” continuava a fondare la propria pretesa e cioè un’etero ed automatica integrazione dei singoli contratti d’utenza in forza del deliberato dell’Autorità d’Ambito.
A quanto pare la delibera precedente con la quale il Presidente pro-tempore dell’ATO Idrico ha riconosciuto nel 2012 il citato scostamento per un importo di 22 milioni di euro circa è rimasta in piedi…
Esattamente e questo sarà il problema dei problemi che finirà per generare l’insonnia ai Sindaci. E’ infatti ovvio che se tale scostamento non è stato messo in discussione dalla nuova ATI, qualcuno dovrà farsi carico di ripianare questa perdita. Ora, così come abbiamo già avuto occasione di argomentare in sede di contenzioso giurisdizionale, se questo problema è frutto di un errore nell’originaria pianificazione d’ambito posta a base dell’aggiudicazione trentennale dell’appalto in concessione del servizio idrico integrato, non potranno essere gli utenti a farsene carico i cui rapporti con l’ente gestore rimangono regolati dai singoli contratti firmati.
…e quindi dovranno pagare tutti i Comuni che componevano la liquidanda Autorità d’ambito?
E’ ovvio, a meno che la nuova Autorità d’ambito non metta in discussione anche il citato riconoscimento dello scostamento finanziario sul quale l’ente gestore porrà inevitabilmente il legittimo affidamento maturato in questi anni.