lunedì , Gennaio 13 2025

Enna. Di Pietro e la scorciatoia del Sindaco “a progetto”

Enna. Di Pietro e la scorciatoia del Sindaco “a progetto”

di Massimo Greco

Se sulle cause del fallito progetto “civico” del Sindaco Di Pietro abbiamo già chiosato, altrettanta attenzione merita la conseguenziale gestione della crisi, anche in considerazione dell’annunciata volontà del primo cittadino di non dimettersi. Ora, poiché non esiste un manuale in cui trovare scritte le modalità di gestione di una siffatta crisi, solo nel “buon senso” possono trovarsi le password per decifrare il momento e per assumere i correlati comportamenti, avendo comunque ben presente che, in assenza di quei partiti politici tradizionali che per tanti anni hanno svolto il ruolo di cerniera tra la società e le Istituzioni, qualsiasi ragionamento passa dalla fondamentale figura del Sindaco, oggi direttamente eletto dai cittadini. Quindi “buon senso” e “Sindaco” rappresentano le due variabili che caratterizzano nel bene e nel male le odierne decisioni politiche. In tale contesto, se è certamente necessario ed auspicabile che le due variabili siano in sintonia, l’efficacia delle decisioni risente inevitabilmente dell’attuale inquinamento politico e sociale.

 

E quindi il problema non è se in questo periodo di crisi politica più o meno lungo il Sindaco Di Pietro riuscirà, “a valle”, a ripristinare il Viale Caterina Savoca ed a spingere il nuovo appalto della Panoramica, o se riuscirà a dotare la città del suo piano regolatore generale o se esternalizzerà la gestione delle strisce blu, o se assicurerà la valorizzazione del Castello di Lombardia e della Torre di Federico, o se supererà gli intoppi burocratici per ammodernare vie, piazze, spazi urbani e patrimonio sportivo, o, ancora, se riuscirà in autonomia a gestire il servizio di raccolta dei rifiuti. Così come poco interessante sarà sapere per quanto tempo ancora dovrà mantenere nella sua giunta la rappresentanza di una costola nissena del PD o quando sarà presentata l’annunciata mozione di sfiducia.

 

Fondamentale è invece, più “a monte”, conoscere se il Sindaco Di Pietro saprà (se lo vorrà) interpretare il ruolo di quel Sindaco secondo il brocardo tempus regit sindacum, cioè quel Sindaco che ha la consapevolezza di esserlo in questo tempo, in questo territorio, con questa classe politica, con questa classe dirigente e con questa comunità. In sostanza, un Sindaco che sappia leggere i mutamenti sociali della propria comunità, tracciando gli orizzonti del cambiamento, dello sviluppo, della prospettiva, della sostenibilità e della speranza. Peraltro, è proprio questo il Sindaco che gli ennesi hanno scelto, pensando di dare corpo ad un modello culturale di gestione della cosa pubblica locale, distinto e distante da quelli già sperimentati, in grado di contaminare tutte le altre Istituzioni che orbitano in questo territorio.

 

Con tutta franchezza, occorre qui evidenziare che, se gli ennesi ambivano solo ad un Sindaco “di programma” o “a progetto” o, ancora, “del fare”, insomma ad un Sindaco pragmatico e decisionista, avrebbero certamente optato per l’altro candidato che, nell’uso di questi modelli di governo, ha dimostrato di non essere secondo a nessuno.

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