lunedì , Gennaio 13 2025

Rifiuti. Sonia Alfano lascia Enna sbattendo la porta

Rifiuti. Sonia Alfano lascia Enna sbattendo la porta
di Massimo Greco

Alla fine Sonia Alfano, nominata commissario straordinario della nuova società d’ambito che dovrà succedere alla liquidanda “EnnaEuno” per la gestione integrata dei rifiuti, ha buttato la spugna, non senza essersi liberata di qualche sassolino che aveva nelle scarpe. Pesanti le sue affermazioni in ordine all’assenza di adeguata collaborazione di quasi tutti i Sindaci dell’ATO e gravi quelle rivolte all’Autorità Giudiziaria, rea di non avere preso in adeguata considerazione le puntuali missive trasmesse durante il mandato commissariale. Non abbiamo elementi per soffermarci su quanto denunciato da Sonia Alfano né interesse ad alimentare polemiche su una delle politiche pubbliche locali obiettivamente più complesse. Al contrario, è proprio la complessità che caratterizza tale questione a richiedere disincantati approfondimenti, a cominciare dalla causa principale del fallimento del sistema: l’assenza dei controlli interni. E, paradossalmente, è su tale patologia dell’organizzazione pubblica che si concentrano le attenzioni del legislatore per arginare e prevenire i fenomeni corruttivi. Il potenziamento dei controlli interni – dopo una sbrigativa soppressione dei controlli esterni a seguito della riforma del Titolo V° Cost. – rappresenta infatti uno degli anticorpi principali di cui parla quotidianamente l’ANAC.
Ora, per il caso che ci occupa, tra i controlli interni inadeguati, se non assenti del tutto, spicca certamente quello “analogo e congiunto” che avrebbero dovuto esercitare i Sindaci, ma anche quello più propriamente dei controlli interni dei Comuni soci della società d’ambito, chiamati ad implementare tale sistema. Non si è compresa l’importanza “strategica” dei controlli interni nei Comuni non soltanto sui propri uffici ma soprattutto sugli organismi partecipati. Nel caso di specie, cronica è stata in questi quindici anni di vita della società d’ambito la mancata attuazione dei controlli di gestione, del controllo strategico e del controllo sugli organismi partecipati. Così come rare sono state le prescrizioni dei Revisori dei conti dei Comuni soci finalizzate all’adozione di misure correttive da adottare.
In presenza dei citati controlli interni, i Sindaci dei Comuni soci della liquidanda “EnnaEuno” anzichè limitarsi, ad esempio, a fare da spettatori nella sfida annuale sul costo del servizio tra organo di governo dell’ente gestore del servizio e rispettivo Consiglio comunale, avrebbero dovuto promuovere apposita azione giudiziaria. Invero, al netto del Comune di Troina (la cui azione concerneva solo l’assorbimento dei dipendenti di “Sicilia Ambiente”) non si registra alcuna iniziativa giudiziaria finalizzata a fare chiarezza sull’ammontare del costo del servizio.
Insomma un “tirare a campare” che, alimentando e capitalizzando il debito della società d’ambito, rappresenta l’esatto contrario del buon andamento dell’azione amministrativa richiesto dalla Costituzione a chi è chiamato a curare gli interessi pubblici.

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