Paolo Previti, confrate procuratore attorniato dai membri del direttivo, dopo i saluti alle autorità ecclesiastiche, ha annunciato con intensa emozione la riapertura della chiesa dopo lungo tempo e la presentazione del libro di Pier Luigi Alessandra, ultimo rettore, scomparso il 29 agosto scorso, “Storia del venerabile e devoto Collegio di Santa Maria La Nuova e delle sue chiese”, edito da Maurizio Vetri Editore.
L’architetto Serra ha presentato agli astanti l’opera di ristrutturazione e di restyling dell’intero edificio svolta dai confratelli con abilità impagabile, capacità artistiche e afflato religioso.
Don Giuseppe Rugolo ha invitato l’assemblea a riflettere sul valore liturgico dell’evento quale momento di partecipata fratellanza e quale testimonianza storica legata al culto della Donna Nuova. Cinzia Farina, dall’alto della postazione del coro, in un’ atmosfera sospesa, ha dato voce alle parole della presentazione del libro di Pier Luigi scritte da Tina Greca Alessandra.
Il silenzio è una preghiera viva e la presentazione del libro comincia con l’intervento di un commosso Maurizio Vetri, editore e supporter del progetto editoriale, e prosegue con l’intervento di Consuelo Cantaro sulle origini antropologiche del culto della Donna Nuova.
Storia al femminile radicata nell’antico culto della Grande Madre, rivisitato e rigenerato dalla tradizione religiosa cristiana e carico di simboli, colori e valori che si configurano nella Donna Nuova, Eva obbediente e calice di misericordia e salvezza.
La presentazione storica del libro è stata affidata a Totò Chiello (nella foto) che ha evidenziato nelle parole di Pier Luigi la passione e l’amore per la ricerca storica e documentaristica, ma anche la volontà carica di speranza che la sua opera sia punto di partenza e non d’arrivo per i posteri.
Dopo la lettura di brani del testo, affidata a Cinzia Farina, a testimonianza dell’intenso coinvolgimento dell’autore nel suo lavoro di ricerca e ricostruzione, capace di aprire interessantissimi squarci sulla storia di Enna e dell’intera Sicilia.
Totò Chiello ha presentato il docufilm realizzato dal Rettore Paolo Previti, come un’importante ricostruzione storica che lega il passato ed il presente in una unica soluzione spaziale: il passato visto attraverso il buco della serratura del presente. La serata si è conclusa con la visita alla sala museale, ricca di reperti e documenti (galleria foto in basso).
a cura di Salvatore Presti
La Redazione ringrazia Cinzia Farina e Consuelo Cantaro per la preziosa collaborazione
Notizie Storiche sulla Chiesa della Donna Nuova
La Chiesa di Santa Maria la “Donna Nuova” è una delle più antiche della città di Enna. La costruzione del suo primo nucleo risale presumibilmente all’inizio del XII secolo. I documenti parlano della Chies quale dimora dell’Ordine dei Poveri Cavalieri del Tempio di Salomone (meglio conosciuti come Cavalieri Templari). Certamente il luogo dove sorgeva la Vecchia Cappella era suggestivo, ai lembi della città su un colle pieno di alberi. Visibile dal centro urbano, ne era tuttavia lontana tanto da essere utilizzata come lazzeretto durante le pestilenze. La vecchia Cappella, è quella che attualmente si trova alle spalle dell’attule Chiesa, finita di costruire nel 1660, ciò è desumibile dai muri esterni che hanno un diverso collocamento delle pietre ed una diversa muratura rispetto alla nuova. L’entrata era ad Ovest e l’altare nel muro che oggi divide la Chiesa antica con la nuova. Nel 1308 la Chiesa “…pagava di decime onze una e tarì dodici” (Pietro Sella – Relationes Decime Italiae – Secoli XII- XIV). Nel 1403 aveva bisogno di resturi, lo testimonia un altro manoscritto: il testamento del Capitano di Città, Notaio Guglielmo de Juliano, che lasciava delle rendite per la riparazione di diverse Chiese fra le quali quella della Donna Nuova. La Chiesa vide il suo definitivo assetto nel 1660 e nel corso dei secoli, si arricchì di opere d’arti non tutte giunte sino ai nostri giorni. Vi hanno lavorato grandi artisti, come Lo Zoppo di Ganci, Giuseppe Salerno, Giovan Battista Li Volsi da Nicosia, Frà Umile da Petraia, Giuseppe Sberna, e tanti altri. Il 13 Luglio del 1943 un bombardamento alleato causò il crollo del tetto e la perdita di molte opere d’arte. Riaperta dopo i restauri nel 1954, si è nuovamente arricchita di molte opere d’arte.
Festa di Maria SS. La Donna Nuova
Fra’ Giovanni dei Cappuccini ci racconta che la Donna Nuova era la Festa più importante e antica della Città, seconda solo alla Festa della Patrona e al SS. Crocifisso Abbandonato di Papardura. Il trionfo della Madonna col Cristo Risorto si svolgeva il terzo giorno di Pasqua con l’accorrere di tutta la città, dei canonici e della soldatesca. Già nel 1473 abbiamo notizie della Festa e di particolari dettagli del suo svolgimento. Le antiche immagini furono sostituite nel 1617, quando l’allora Procuratore Don Pietro Butera commissionò le nuove statue all’artista scultore di Nicosia Giovan Battista Li Volsi. Per la Donna Nuova e per la Festività di Pasqua il Collegio soleva organizzare elemosine per i poveri e nel 1579 si comprarono frumento, una vacca e duecentocinque arance; nel 1580 si comprarono una salma di frumento ed una vacca da dare ai poveri; nel 1588 si comprarono la vacca per la Festa di Pasqua per i poveri e duecentocinque arance; nel 1589 si comprò la vacca per i poveri; nel 1590 si comprarono carta, chiodi e spago per addobbare la Chiesa dopo averla colorata. Nel 1967 non si fa la processione della Donna Nuova perchè‚ non si raggiunge il numero dei portatori.
Dal 1970, per lo stesso motivo, non si fa la processione e bisognerà aspettare il 1983 per riprenderla.
Vari sono i privilegi accordati alla Festa:
Privilegio accordato da Angelo Campochiaro Dottore in Sacra Teologia, Priore della Cattedrale di Catania e presentato alla Curia spirituale della Città di Enna al Protonotario Apostolico Don Mariano Petruso il 17 gennaio 1617 per la processione delle nuove statue;
Autorizzazione in data il 17 Giugno 1618 dal Vicario Paternò di poter effettuare la festa entro i quindici giorni dal martedì di Pasqua in caso di maltempo;
Il 31 Ottobre 1662 viene concesso dal Cardinale Astallo, Vescovo di Catania, il privilegio di poter effettuare la Festa di pomeriggio;
In un anno ignoto (dopo il 1785) la Festa di S. Maria la Nuova viene spostata alla Domenica in Albis, prima di mattina e poi di pomeriggio dopo la Spartenza.
Nell’ ultimo decennio la Festa è ritornata durante la settimana ma il Sabato dopo Pasqua.
La Processione
Il simulacro viene portato a spalla da sessanta confrati per le vie storiche del quartiere della Donna Nuova ed attraversa tutta la parte alta della città sino alla Chiesa Madre.
Dopo la benedizione ritorna per la Via Roma sino alla piazza del Carmine e risale con una tradizionale corsa sino alla Chiesa salutato dal suono delle campane.
Al termine i fuochi d’artificio, unici nei riti pasquali ennesi, salutano la Resurrezione del Salvatore unito alla Vergine.