Definire l’indefinito

Il 26 giugno sarà pubblicata la nuova rete ospedaliera definitiva. Tranquilli non è un dejavu. La rete ospedaliera siciliana è un topos. Modificata, integrata, rettificata e soprattutto “abbirsata” all’uopo per “sfriculiamenti” e abbindolamenti vari. La Sanità siciliana è un luogo dell’immaginazione più che un dato catastalmente verificabile. A fine Marzo si era data la versione definitiva che poi è diventata modificabile giacchè le esigenze del territorio erano state disattese. Ora entro il 31 maggio tutti i direttori generali dovranno trasmettere all’assessorato un quadro definitivo in modo che per il 26 giugno Gucciardi possa dare l’OK alle singole aziende ospedaliere.
Tutto a posto dunque? NO! Manco per niente.
Documenti e tabelle scritte dall’assessorato regionale della Salute piene zeppe di refusi e strafalcioni: quadrienni triennali, ASP ammucchiate in un blob alieno, chiusure da correggere et similia. Si può sempre salire al Nord, certo, ma si ricordi: la politicizzazione dei piani vaccinali che hanno radiato Gava e demonizzato il dubbio (leggere il bugiardino dei vaccini diverrà reato a breve anzi a brevissimo lo ha detto la Lorenzin), il protocollo Cazzaniga, gli strumenti di cura difettosi per necessità di mercato.
Mescolate gli ingredienti e otterrete un nuovo palinsesto RAI. La Sanità è un’azienda che deve far quadrare cariche e numeri, numeri che diventano voti e soldi o banalmente contee per scambi e riconoscenze: “duttù mi facissi a cortesia”. Cortesie che diventano pegni inestinguibili per chi è abituato al do ut des per chi nella schiavitù volontaria si abbevera da sempre.
Prima di risanare la Sanità bisognerebbe risanare la mentalità, ma poi i voti dove si prendono?

Gabriella Grasso

Check Also

Oasi Troina sindrome di Down: al Parlamento Europeo presentato il progetto europeo ICOD

Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, che quest’anno ha come …