L’Italia è ricchissima di biblioteche, spesso di grande importanza storica: eppure non si può dire che gli italiani – tranne, naturalmente, gli studiosi o i ricercatori – le conoscano molto o le frequentino assiduamente.
Ci sono vari modi di accostarsi alle biblioteche, o meglio ci sono vari modi con cui queste, oggi, possono attirare i visitatori. Uno di questi è molto più diffuso all’estero che da noi. Negli altri paesi, le biblioteche vengono abitualmente inserite nei circuiti turistici. Non esiste invece, da noi, il cosiddetto “turismo delle biblioteche”: molto raramente, infatti, queste Istituzioni sono incluse nelle gite organizzate o nelle visite guidate. Non è così in altri paesi, dove molte località, anche piccole, considerano la loro antica biblioteca non solo una gloria locale di cui essere legittimamente orgogliose, ma anche, attraverso il turismo, una fonte di reddito. Ne è prova, in Francia, il minuscolo paese di Sélestat, meta di numerosissimi visitatori che vi si recano esclusivamente per ammirare la più antica biblioteca umanistica di Francia, giunta intatta fino a noi.. Apparteneva a un famoso studioso, il Beatus Rhenanus, che l’aveva lasciata al paese, il quale l’ha sempre custodita e valorizzata come un tesoro. La Biblioteca organizza mostre, conferenze, convegni, incontri con gli studenti, borse di studio ecc., col sostegno del Comune, del Dipartimento, della regione e dei singoli cittadini, allo scopo di incentivare anche il turismo culturale di cui la Biblioteca umanistica costituisce, in Alsazia, uno dei poli d’attrazione. I visitatori hanno modo così di scoprire un mondo affascinante ricco di capolavori e fonte di autentiche scoperte: tra queste è da citare un’immagine rappresentata in un testo del XVI secolo, quella di Dame Europe, in cui l’Europa, raffigurata come un donna dall’aspetto regale, tiene in mano uno dei segni del potere, il mappamondo, su cui è scritto a caratteri cubitali SICILIA : dimostrazione eloquente dell’importanza della nostra isola nell’Europa dell’epoca.
Questo dimostra i tesori inaspettati che si possono trovare nelle biblioteche: l’incunabolo e il libro antico – a parte naturalmente l’importanza del testo – vanno infatti considerati anche piccole opere d’arte per la preziosità dei fregi e delle miniature.
Per restare alla Francia, bisogna citare ancora l’importantissima biblioteca Mazarine di Parigi, creata dal cardinale Mazzarino, primo ministro di Francia e figlio di un palermitano. Il cardinale, grande cultore d’arte, aveva raccolto un gran numero di libri dalle artistiche rilegature in pelle e oro che costituiscono, da soli, una straordinaria collezione. La Mazarine è quindi oggetto di visite guidate proprio come uno scrigno di rarità artistiche: non a caso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Parigi, aveva voluto visitarla, anche per rendere omaggio al suo fondatore, un italiano di famiglia palermitana.
Spesso, inoltre, le biblioteche hanno sede in palazzi storici o sono interessanti anche dal punto di vista architettonico: ne è un esempio un autentico gioiello che abbiamo in Italia, la biblioteca Malatestiana di Cesena, rimasta intatta dal XV secolo, che detiene due primati assoluti: è stata la prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa ed è stata inserita dall’UNESCO nel Registro della “Memoria del mondo”, primo bene culturale italiano ad avere tale riconoscimento.
In campo internazionale, è impossibile poi non fare un cenno alla biblioteca di Alessandria, ricostruita negli anni ’90 con la collaborazione di molti paesi, tra cui l’Italia: un complesso grandioso dall’architettura avveniristica, che si serve di tutte le risorse della tecnologia, dispone di settori per non vedenti e per bambini, di musei, gallerie d’arte, di un centro congressi, un planetario, ecc.
Tutte queste biblioteche sono visitate dunque come musei. E’ sempre un modo per attrarre il pubblico. Si può citare, per quanto riguarda la realtà siciliana, la biblioteca di Polizzi Generosa, dal ricchissimo patrimonio librario, che però ha cominciato ad essere visitata solo da quando vi sono state organizzate mostre importanti, come quella permanente del giocattolo antico, quella degli ex libris d’arte, quella dei manifesti risorgimentali in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, quella dei cappelli antichi ecc. La biblioteca ha cominciato ad essere nota anche in campo nazionale come organizzatrice, insieme all’AMOPA, all’Università di Palermo e all’Institut français, di un concorso, che ha avuto un grande successo, riservato agli studenti di tutta Italia per una recensione sull’opera di un autore francese contemporaneo. I premi erano naturalmente dei libri, offerti dalla biblioteca e dagli altri Enti organizzatori.
Le biblioteche, però, non sono soltanto musei: i libri non sono solo oggetti d’arte, ma sono fatti per essere letti.
Le iniziative per incoraggiare e valorizzare la lettura sono ormai numerosissime e tutte di grande risonanza. Si va dai Festival della letteratura o della poesia alle Fiere del Libro, dai Presidi del libro alle mostre Medilibro, dai Saloni del libro alle varie manifestazioni come il Maggio dei libri, A Ottobre piovono libri, Librarsi, ecc.
Tutto questo è incoraggiato anche da nuove conquiste della scienza. Quest’anno, a Milano, il Maggio dei libri ha organizzato una tavola rotonda su “La lettura come strumento di benessere”.
Oggi è sorta una nuova scienza, la biblioterapia, che si rifà addirittura ad Aristotele, il quale pensava che la lettura potesse guarire le malattie. La biblioterapia fu ideata nel 1937 da uno psichiatra americano, Menninger, che la utilizzò perfino nel trattamento delle malattie mentali, all’interno di un trattamento riabilitativo.
Ma la scienza ha scoperto anche altri benefici della lettura riguardanti i bambini. Bisogna citare un altro progetto di grande successo , “Nati per leggere”, che promuove la lettura ad alta voce per i bambini a partire addirittura dai sei mesi. E’ provato che questo favorisce lo sviluppo, crea un’atmosfera che calma, rassicura e consola, agevola il rapporto affettivo tra chi legge e il bambino e stimola in quest’ultimo l’attenzione e l’immaginazione: inoltre, particolare non trascurabile, si tratta di un’esperienza piacevole anche per l’adulto.
Quanto alla scuola, un autore francese di successo, Pennac, in un suo libro sulla lettura propone ai suoi colleghi professori di leggere in classe a puntate, secondo la tecnica delle fiction televisive, le pagine di un romanzo. Sospendere ad arte lo svolgimento della vicenda è anche un modo di sollecitare domande , per avviare una discussione e per esercitare l’educazione all’ascolto.
La lettura ad alta voce, però, non è certo una novità. Com’è noto, la poesia e la letteratura esistevano ben prima della scrittura. Gli aedi, i menestrelli e, fino a tempi recenti, i cantastorie, diffondevano nelle strade e nelle piazze le antiche leggende rielaborate in forma poetica, portandole così a conoscenza di tutti. Anche i programmi scolastici per le scuole elementari mettendo la lettura al centro del processo educativo, sottolineano come quella ad alta voce possa farla amare anche attraverso l’esempio.
Per quanto riguarda gli adulti, sono già sorte parecchie iniziative di successo, a cura anche di Rai3, che ha organizzato trasmissioni basate sulla letteratura di capolavori letterari, dai Promessi Sposi a Pinocchio a Il nome della rosa. Ed è impossibile non citare il successo della Divina Commedia letta da Benigni alla TV e nelle piazze. Tutto questo ha portato alla creazione di Circoli di lettura ad alta voce e al progetto Booksound, “I libri alzano la voce”, ed ha fatto sorgere una nuova categoria di volontari che operano nei più svariati ambienti, dagli ospedali alle case di riposo e ai centri che accolgono disabili o malati gravi, per i quali l’ascolto dei libri è un grande elemento di conforto. Leggere ad alta voce è utile anche per la salute, perché è una straordinaria ginnastica per il cervello. Ai bambini dà stimoli linguistici, cognitivi ed emotivi, mentre negli anziani stimola la neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di formare nuove connessioni e riparazioni delle cellule, contrastando il decadimento cognitivo. Anche il progetto “Leggiamo fuori scuola”, destinato soprattutto alle scuole con forte rischio di bullismo e di dispersione, ha dato ottimi risultati.
In questi incontri di lettura ad alta voce c’è dunque anche un risvolto umano e sociale, che favorisce l’incontro, lo scambio di idee e i momenti di interazione.
Naturalmente i volontari hanno bisogno di un’adeguata formazione, anche perché la loro presenza viene richiesta sempre più spesso anche in occasione di eventi particolari, come è avvenuto a Napoli per il Bike Festival. Appunto per questo alcuni Comuni, come quello di Milano, hanno giù creato dei corsi per i volontari.
Tra le altre iniziative originali o curiose per incoraggiare la lettura, una delle più note è il bookcrossing, nato dall’idea di un giovane programmatore di Kansas City, Ron Horubaker. Il bookcrossing consiste nel lasciare un libro, una volta letto, in un luogo determinato ( un giardino pubblico, una sala d’aspetto ecc.) dove un’altra persona potrà trovarlo, leggerlo e lasciarlo a sua volta. Un apposito sito registra questi passaggi , che sono già stati numerosissimi, anche in Italia.
Lo scopo è sempre quello di incoraggiare la lettura, in Italia ancora poco diffusa. Le statistiche dicono che i nel nostro paese i lettori che leggono almeno un libro al mese sono appena il 13,9%, mentre coloro che non leggono nessun libro sono stimati intorno ai 20 milioni. E’ molto difficile da noi, come avviene invece in altri paesi, vedere qualcuno che legge in autobus, nella metropolitana o nei giardini pubblici.
Eppure esiste anche il progetto “ Dalla città dei Comuni alla città che legge”. Nell’avviso pubblico per ottenere la qualifica di “città che legge “ si afferma che la lettura è un valore da cui dipende la crescita intellettuale, sociale e economica di una comunità e che la lettura è in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.
La Sicilia, in questo campo, si distingue per molte belle iniziative, nelle scuole e nelle Associazioni.. E’ auspicabile che a queste si uniscano sempre più le biblioteche, che potrebbero così assumere un nuovo e importante ruolo, facendo scomparire l’opinione , diffusa soprattutto tra i giovani, che la biblioteca sia un luogo austero di alta cultura riservato agli studiosi e facendosi promotrici dell’idea che la cultura, grazie anche alla lettura, è un patrimonio aperto a tutti.
Ida Rampolla del Tindaro
idarampolla@libero.it