Comune di Enna: conflittuale e superficiale il rapporto con i contribuenti
di Massimo Greco
Ormai è ufficiale, il Comune di Enna non ha e non vuole coltivare un rapporto di collaborazione con i propri cittadini/contribuenti. Nessuno ha infatti dimenticato l’esperienza flop del tentativo di mediazione sui ricorsi presentati avverso la TARSU per il biennio 2009/2010 per i quali la maggior parte dei ricorrenti non ha mai ricevuto alcuna proposta di mediazione. Ma vi è di più, presso il Settore Tributi del Comune rischia di passare inosservato anche il recente art. 11 del Dl n. 50/2017 che abilita ciascun ente territoriale a stabilire, entro il 31 agosto 2017, la definizione delle liti fiscali pendenti, così riducendo la mole di contenzioso pendente in tutti i gradi di giudizio, ivi compresa la Corte di Cassazione. Si tratta di una norma fortemente voluta dall’Associazione Nazionale dei Comuni. La definizione agevolata delle liti fiscali pendenti completa infatti l’effetto definitorio delle controversie interessate anche dalla definizione agevolata delle cartelle, di cui all’art. 6 del Dl n. 193/2016, e contribuisce ad accelerare i tempi di trattazione delle residuali controversie relative ai tributi. Ora, verificato che il Comune può introdurre tale presidio attraverso l’adozione di uno specifico regolamento da fare approvare al Consiglio comunale entro il 31 agosto 2017, ed accertato che, ad oggi, della questione non si è ancora occupata nessuna delle Commissioni consiliari competenti per materia, appare spontaneo dubitare della volontà politica di usufruire di questa occasione legislativa per recuperare il perduto rapporto con i contribuenti ennesi. Del resto, era noto ai più esperienti che la “politicizzazione” del governo civico avrebbe comportato inevitabilmente la tacita accettazione di regole e dinamiche la cui gestione oltre ad essere stressante sottrae fisiologicamente energie ed attenzioni alla quotidiana risoluzione dei problemi cittadini.