L’estinzione della Fondazione Kore e il deficit democratico
di Massimo Greco
E’ prevista per il prossimo 12 ottobre l’udienza davanti al GUP del Tribunale di Enna nella quale si deciderà il rinvio a giudizio o meno degli amministratori della estinta Fondazione Kore di Enna. A carico degli indagati è stato ipotizzato il reato di malversazione per avere utilizzato in modo non conforme a legge il contributo di circa un milione di euro concesso dalla commissione di liquidazione del Comune di Enna nel contesto della gestione del dissesto finanziario. Il merito della vicenda non ci appassiona affatto e non solo per evitare di commentare fatti a rilevanza giudiziaria ancora in corso, ma perché riteniamo che il problema più rilevante sia di natura politica e cioè l’interruzione traumatica del rapporto tra l’Università Kore e il territorio che l’ha generata.
Ne abbiamo già parlato e scritto più volte ma nessuna positiva azione si è fin qui registrata. Al contrario, la Prefettura di Enna ha decretato l’estinzione della Fondazione Kore, dopo un lungo periodo di commissariamento della stessa. Sotto il profilo formale rimaniamo convinti assertori che la Fondazione a totale partecipazione pubblica Kore non poteva essere trattata come una tradizionale fondazione di diritto privato soggetta a controllo governativo della Prefettura e, di conseguenza, non poteva né essere commissariata dall’organo prefettizio né, tanto meno, dichiarata estinta.
A nulla rilevano i due giudizi amministrativi celebrati perché fondati solo su questioni di merito dell’avvenuto commissariamento e non anche sulla dubbia legittimazione della Prefettura a commissariare una fondazione di diritto pubblico. Riservandoci di ritornare su detta problematica ancora una volta, ci limitiamo in questa sede solo ad evidenziare che la nomina degli amministratori della Fondazione Kore da parte del suo socio unico fondatore (Consorzio Ennese Universitario) determinava una situazione di “rapporto qualificato” con il fondatore pubblico e di condizionamento da parte del medesimo che proprio tali nomine determinavano.
Ma l’aspetto più pregnante, che continua a sfuggire ai più se non a tutti, è che l’estinzione della Fondazione Kore ha determinato, più o meno consapevolmente, lo scollamento dell’Università Kore dal territorio che l’ha generata attraverso la lungimirante azione del Consorzio Ennese Universitario. L’eliminazione della Fondazione Kore dal sistema universitario ha avuto lo stesso effetto dell’eliminazione della cinghia di trasmissione presente nel sistema meccanico di un autoveicolo. Ora, al netto della questione della natura giuridica pubblica sulla quale non abbiamo mai avuto dubbi, nessuno si adopera per ripristinare questa lesione del processo democratico che rileva non poco anche sulla legittimazione della governance dell’ateneo.
E le Istituzioni locali più silenti sono, paradossalmente, proprio quelle due che hanno ideato e promosso la costituzione del Consorzio Ennese Universitario: il Comune di Enna e l’ex Provincia Regionale di Enna. Ma vi è di più. Alla meraviglia è seguito lo sgomento allorquando queste due Istituzioni locali hanno formalmente deliberato il recesso delle rispettiva partecipazione dal Consorzio Ennese Universitario. Una sorta di karakiri più istituzionale che politico, a cui, ancora oggi, ci si rifiuta di porre rimedio.