Con sublime sprezzatura avanza il cambiamento. La Sicilia non dico il 6 di novembre del 2017, ma già il 10 o al massimo l’11 novembre, sempre del 2017, diventerà magnifica. La magnificheranno quelli che fino a oggi l’hanno screditata per il solo piacere di magnificarla. Uomini del sistema che promettono di cambiare il sistema per garantire il perpetuarsi del sistema. Il cambiamento vero non interessa nessuno del resto. Cambiare vorrebbe dire scardinare le nostre radicate abitudini, conviene? Cambiare vorrebbe dire intendere il lavoro, la sanità, il rispetto come diritto e non come gentile concessione del padrone al servo o di questo a favore di quello a patto che mi voti o mi adori. A noi basta che cambino i potenti così da garantire a tutti un minino di turn over, di modo che i confinanti col centro del potere ci sfiorino anche solo tangenzialmente, garantendoci quella identificazione di interesse nostro con l’interesse loro, che diventa immediatamente interesse comune. Non interessa te? Pazienza, aspetta il tuo turno! Neri, disabili, disoccupati, esodati, minorati di tutte le minoranze, mettetevi in fila che toccherà pure a voi, magari non questa volta, ma la prossima sicuro. E’ solo una questione di forma insomma cambiare per ritrovarsi a dover fare il nostro dovere senza per questo sentirci Dio o senza avere in cambio gratitudine, deferenza o regalie spicciole a chi giova? Cari candidati vi invitiamo per tanto a cambiare la parola cambiamento oppure tenetela cambiando soltanto l’accento per noi tanto non cambia niente.
Gabriella Grasso
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