L’Università Dunarea De Jos di Galati si prepara all’inaugurazione dell’anno accademico con tante incognite
di Massimo Greco
Al netto delle positive ricadute economiche, sociali e culturali sul nostro territorio della presenza di un sistema accademico nel contesto di politiche pubbliche volte a decentrare la formazione universitaria, l’Università Dunarea De Jos di Galati, che si prepara all’inaugurazione dell’anno accademico dei corsi di laurea gestiti a Enna in aula remota, continua a perdere colpi. Dopo la sanzione inflitta dall’Autorità per la concorrenza e il Mercato per pubblicità ingannevole dei corsi di laurea attivati nell’area medica e sanitaria, è arrivata l’ordinanza n. 3413 del 5 luglio 2017 attraverso la quale il TAR Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dalla medesima Università avverso la citata sanzione per assenza del periculum in mora e per la genericità del lamentato danno all’immagine. L’Università romena e il suo braccio operativo su Enna “Fondo Proserpina” sono stati quindi condannati anche al pagamento delle spese della fase cautelare. Il cambio di una strategia (non solo difensiva) sembra obbligatorio se non si vuole continuare ad indebolire il progetto ideato. E la nuova strategia non può che essere politica e finalizzata a ricercare alleati nei due tradizionali canali, quello istituzionale e quello territoriale. Per il primo, fondamentale sarà il recupero del dialogo col Ministero dell’Università e non solo perché quest’ultima Istituzione sarà chiamata prima o poi a dire la sua in ordine alla spendibilità dei titoli di studio rilasciati ai fini del connesso esercizio della professione. Per il secondo, è necessario che la presenza di questa iniziativa accademica non venga percepita dalla comunità ennese solamente come espediente per aggirare le regole, certamente più stringenti, del numero chiuso delle nostre Università. L’Università infatti, qualunque sia la sua provenienza – italiana o estera – o la sua natura giuridica – pubblica o privata – rappresenta un vantaggio competitivo per qualunque territorio e soprattutto per un area interna e centrale come la nostra presa di mira da strutturali fenomeni di decremento demografico e depauperamento socio-economico.