Elezioni regionali. Dimmi per chi voti e ti dirò chi sei
di Massimo Greco
Ultima settimana di campagna elettorale e sapremo chi sarà il futuro Governatore della Regione Siciliana e chi saranno i 70 inquilini di Palazzo dei Normanni. I candidati stanno facendo un doppio sforzo, quello di convincere gli elettori a votare e quello di catturarne il consenso. Se per il primo aspetto la questione è parecchio complessa e concerne il divorzio tra società civile e società politica, il secondo rappresenta il vero banco di prova non tanto per misurare e valutare il candidato che legittimamente sta esercitando il diritto di elettorato passivo, ma per monitorare l’impegno di quei cittadini che, esercitando il diritto di elettorato attivo, dovranno dimostrare di esser fedeli alla Repubblica dotandola delle migliori rappresentanze.
La Regione Siciliana ha infatti conquistato il triste ed allarmante primato di avere avuto impugnate il maggior numero di leggi dal Consiglio dei Ministri. Salvo rare eccezioni, i 90 parlamentari che hanno frequentato l’Assemblea Regionale Siciliana hanno fatto un uso improprio di quello stesso potere legislativo “rafforzato” e tanto invidiato dalle Regioni Veneto e Lombardia chiamate nei giorni scorsi a rivendicare maggior spazi di autonomia.
Evidente è la necessità di selezionare i migliori, anche a costo d’impallidire l’appartenenza partitica. Per un territorio come il nostro, preda di una strutturale desertificazione sociale ed economica e di un costante depauperamento demografico, gioverà una rappresentanza parlamentare sprovvista di autonoma capacità intellettuale e politica ovvero una rappresentanza in grado di affrontare concretamente i problemi di una area interna e centrale come la provincia di Enna?
E qui “casca l’asino” se si analizzano con attenzione le liste di candidati.
Lungi dal fare pagelle, non solo sono veramente pochi i candidati che obiettivamente sarebbero in grado di esercitare il nobile potere legislativo, ma la maggioranza di questi non risulta avere fatto neanche l’esperienza di Consigliere comunale ovvero, parafrasando l’osservazione di uno dei candidati alla carica di Governatore, neanche il rappresentate del rispettivo condominio.
Chi dovrà affrontare l’ingarbugliata vicenda della riforma dell’ente intermedio, chi dovrà approntare le riforme e le contro-riforme nei settori del turismo, dei beni culturali, della forestazione, della stabilizzazione dei precari negli Enti locali, delle risorse idriche, dei rifiuti, delle politiche di sviluppo, delle politiche socio-sanitarie e della macchina amministrativa regionale?
Sono domande che un cittadino elettore maturo e voglioso di partecipare al dibattito pubblico dovrebbe porre ad ogni candidato. Ma ahimè, non sarà così e anche questa volta il consenso elettorale dipenderà da questioni altre e diverse che rappresentano le più nocive fonti d’inquinamento elettorale: clientelismo, familismo amorale, rancori e vendette interne ai partiti politici, carrierismo politico ecc…