In ogni religione Dio mette nelle mani di ciascuno delle possibilità, delle capacità, delle opportunità.
A noi la responsabilità di farli fruttare, mediante un serio e generoso impegno, lungo tutta la nostra vita.
Sì, lo sappiamo: è più facile seppellire i doni che Dio ci ha dato, piuttosto che condividerli; è più facile conservare le posizioni, i tesori del passato, che andarne a scoprire di nuovi; è più facile diffidare dell’altro che ci ha fatto del bene, piuttosto che rispondere consapevolmente, nella libertà e per amore.
È la triste immagine di un “cristianesimo” rinunciatario e sterile, che non sa assumersi responsabilità verso il prossimo e verso il mondo, che rinuncia ad amare e costruire.
La parabola domenicale dei talenti è un invito a non avere paura delle sfide della vita, perché la paura paralizza, ci rende perdenti: quante volte abbiamo rinunciato a vincere solo per la paura di finire sconfitti!
Il Vangelo è maestro della sapienza del vivere, della più umana pedagogia che si fonda su tre regole:
non avere paura,
non fare paura,
liberare dalla paura.
E soprattutto da quella che è la paura delle paure: la paura di Dio.
Don Giuseppe Rugolo
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