E’ passato anche questo 25 novembre. Tanto è stato detto e poco è stato fatto. Abbiamo appreso che secondo i dati divulgati dal Viminale, nei primi 7 mesi del 2017 sono state commesse 2.438 violenze carnali e 114 femminicidi.
Una importante novità è il codice rosa che, pienamente rispondente alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione a la lotta alla violenza contro le donne all’articolo 18 e 20, serve non a intasare i p.s. ma ad individuare immediatamente i soggetti che arrivando in ospedale “rotte” possono, lato sensu, essere aiutate.
La task force composta da personale medico e paramedico, in collaborazione con le forze dell’ordine, permetterebbe infatti di prestare immediatamente le cure mediche e il sostegno psicologico necessari alle vittime di abusi e di avviare tempestivamente le indagini velocizzando i tempi dei processi.
Naturalmente nei p.s. nostri carenti anche dei cerotti per le sbucciature questa proposta si racconta al pari una barzelletta. Fra una cinquantina d’anni forse… chissà. Spiace però notare che non tutti i femminicidi sono uguali ad esempio se viene ammazzata una disgraziata senza arte né parte, figlia di “gintuzza” è facile pensare che “se l’è cercata” se invece sviene sfigurata, per lo stesso principio maschilista “dell’è cosa mia ne faccio quello che voglio”, una avvocatessa della buona borghesia urbana l’indignazione sale assai. C’è ancora molto da fare e per quest’anno niente è stato fatto.
Un pensiero a Vanessa Scialfa è doveroso e un pensiero a una società che si assolve da ogni responsabilità demandando agli altri è necessario. Al prossimo 25 novembre.
Gabriella Grasso
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