Chissà cosa studieranno i nostri figli e i nostri nipoti sui libri di storia. È una domanda che dovremmo porci, almeno ogni tanto, per capire come ci stiamo comportando nei confronti della nostra storia passata, di ciò che abbiamo letto e studiato (se abbiamo letto e studiato) degli anni passati. Una cosa che questi futuri studenti del futuro (ammesso che esisterà una scuola “seria” nel futuro, anche se le premesse non sono promettenti) studieranno sarà il mutamento politico dell’Italia. E sicuramente troveranno, post ora, che la campagna elettorale del 2018 sia stato il punto più basso della politica italiana. Ma qui non c’è bisogno di fare un passo in avanti. Ce ne accorgiamo già noi e, purtroppo, stando così le cose, è impossibile una folgorazione sulla via di Damasco e assistere finalmente ad una sana dialettica politica fatta di contenuti e idee. Ma partiamo dalle “basi”: pur non essendo mai stato un tifoso della “partitocrazia” e di questi movimenti di massa, è indubbio che ormai la “massa” conta più del singolo (anche se in Italia siamo campioni delle contraddizioni e a breve ve ne daremo prova). Ma almeno, una volta creato un partito, quantomeno nel nome si dia una chiara indicazione dell’orientamento politico. Tempo fa avevamo il Movimento Sociale (che sappiamo bene cosa nascondeva dietro) che ben si contrapponeva al Partito Comunista, a quello Socialista o alla Democrazia Cristiana che già nel nome era tutto un programma. In America abbiamo il partito Repubblicano e il Partito Democratico. In Italia abbiamo “Forza Italia”, “Fratelli d’Italia”, “Liberi e Uguali”, “Movimento 5 Stelle”, “Lega” (con “Nord” o senza a piacere). Questi nomi cosa vi indicano? Nella dialettica ogni parola dovrebbe “pesare”. Quindi un “Liberi e uguali” è un partito che si oppone ad uno “Schiavi e diversi”? Forse, ad oggi, l’unico partito coerente, in questo verso, è il “Partito Democratico” che dà già un indirizzo politico ben preciso. E anche la “Lega Nord” (quando aveva quel “Nord”) proponeva un programma ben preciso sin dal nome. Ma vabbè… forse stiamo chiedendo troppo (per dovere di cronaca, le 5 stelle dell’omonimo movimento rappresentano 5 cardini ben precisi, ma vi chiedo, senza andare su wikipedia, di elencarli…). Superiamo la pignoleria del nome e proviamo ad addentrarci sul contenuto proposto dalle varie forze politiche: un macello. O meglio: prendiamo la celeberrima legge Fornero, povera vittima dell’incoerenza di questa campagna, che viene, per un buon 50% delle forze in gioco vista come il male assoluto da abolire e per il restante 50% da correggere ma non abolire. Un piccolo problema, i due 50% in gioco con posizioni diverse dovrebbero comporre due schieramenti ben precisi e invece sono mischiati tra di loro. Ma vabbè. Sarà un caso. Parliamo di larghe intese, quasi una “bestemmia” per tutti i leader politici. Però poi vediamo che tutti, ma proprio tutti, vertono la loro campagna sul taglio delle tasse e sull’aumento della no tax area. Oppure su aumenti della pensione o su vari bonus. Ora non vogliamo ergerci in cattedra, ma se sono tutti d’accordo sulla diminuzione delle stesse tasse perché farsi la guerra? Poi vorrei vedere, ad esempio, un Movimento 5 Stelle se voterà a favore o meno all’aumento della no tax area proposta da Forza Italia (cosa che ambedue le parti propongono). E potremmo continuare con gli esempi. Poi qualche differenza, giustamente, c’è su molti aspetti. Ma sembrano più stridenti le differenze, nel merito e nella storia, tra gli alleati che tra i competitor. Non sarebbe più logica un’alleanza con chi la pensa più o meno, nei programmi, come la propria ideologia, piuttosto che allearsi per forza con chi non si mette d’accordo neppure su cosa mangiare per cena? Le stranezze di questa politica che ci darà ancora tanto da riflettere. Una cosa su cui sono, però, quasi tutti d’accordo: introduzione del vincolo di mandato, svuotando definitivamente il ruolo dell’eletto e riducendolo a numero. E poi ci lamentiamo quando veniamo considerati esseri produttivi senza coscienza. Mettere un vincolo di mandato è creare esseri votanti senza coscienza. Poi vi voglio vedere se, per sbaglio, diventando parlamentari nelle file di un determinato partito se un giorno quello stesso partito, per interessi nazionali o di chissà cosa, varerà una legge contro il vostro territorio voi la voterete o meno. Col vincolo di mandato sarete costretti a votarla e poi avrete il piacere di prendervi gli sputi dai vostri compaesani (tutti meritati). E fin qui abbiamo “denunciato” la pochezza e la superficialità di questi partiti massificati. Ma come promesso, dato che in Italia è tutto contradittorio, notiamo che la “partitocrazia” italiana, per come composta, è fallita. Proprio perché non esistono partiti retti su idee comuni ma semplici partiti creati su una determinata persona, guru assoluto la cui parola è legge. Spostiamoci alle elezioni politiche (se ci saranno) del 2028. Forza Italia (tranne se Berlusconi avrà abbastanza forza da resistere ancora) non esisterà più perché priva del leader maximo (e già ne abbiamo avuto prova). Con l’addio di Beppe Grillo il Movimento ha cominciato a “scricchiolare” e già si notano molte “crepature”. Del Pd non ne parliamo neanche, anche perché, per infierire, sta prendendo la stessa strada di Forza Italia. Potrà resistere, quindi, solo la Lega Nord come partito ad oggi sopra il 10%. Per la felicità di quei meridionali dalla memoria corta che oggi tifano Lega al Sud (la Lega Nord, è la storia a parlare e non noi, sta al Sud come un elefante all’interno di un negozio di cristalli). Ma vabbè… questa è la nostra situazione. Una situazione tragica dove, il 4 marzo, si andrà a votare, per chi rifletterà, non tanto il migliore (perché non esiste) quanto il “meno peggio”. Siam ridotti male… quasi quasi voto il partito “W la Fisica!”.
Alain Calò
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