Il 26 marzo è morto Fabrizio Frizzi e la RAI ha messo il lutto. Funerali in diretta, lacrime e poesie, per l’amico di tutti. “Noi sorridiamo per contratto” ha detto Arbore, ma è tale il bisogno di cortesia che anche il sorriso finto basta. E’ morto un campione della televisione italiana e la televisione l’ha omaggiato da par suo. Dimenticando di ricordare quel 23 maggio 92.
Il 23 maggio del 1992, mentre l’Italia era sgomenta di fronte alle immagini della Strage di Capaci, Frizzi e Carlucci si preparavano alla diretta dell’ultima puntata di “Scommettiamo che…?”
Frizzi si consultò con i piani alti di viale Mazzini ma nessuno pensò di interrompere la normale programmazione Rai.
“Mi fa ancora male” confessò il presentatore in una intervista rilasciata anni dopo “sono stato travolto senza rendermene conto, ma i commenti negativi che mi sono beccato ci stanno tutti. Io non credo di essere un uomo coraggioso, ma nemmeno il contrario. Non ero io che dovevo decidere: dissi che non me la sentivo. E loro hanno insistito. Non ho avuto le palle per andarmene a casa. A quel tempo non c’era Porta a Porta, non c’erano i tg, le dirette All news. Di sicuro si poteva registrare, abbiamo sbagliato e io mi prendo le mie responsabilità. Nessuno ci consultò, con Milly Carlucci siamo stati abbandonati ore nei nostri camerini a torturarci su cosa dovevamo fare. Quella diretta mi è costata lacrime e dolore”. Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, ha rivelato alla stampa che Frizzi, incontrandola qualche anno dopo, le chiese scusa per quella diretta.
E la RAI? La RAI fa il lavoro suo: ci illude di agire per il bene nostro, facendoci ridere il giorno della strage di Capaci e piangere per la morte del sorriso più luminoso e sincero, fra i sorrisi finti del palinsesto quotidiano.
Gabriella Grasso
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