Nella sua corsa a oltranza contro l’Unione europea, giorno dopo giorno, gradino dopo gradino in un misto di politicamente scorretto e strategia della provocazione, alzando sempre di più il tiro, Matteo Salvini è arrivato ad annunciare il censimento dei rom. Dopo quello dei migranti, quindi, il ministro dell’Interno ha aperto un nuovo fronte. Ma questa volta, qualche ora dopo, su spinta soprattutto del malcontento M5s, si è trovato costretto a precisare: “Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali”, ha detto.
La misura sembra essere colma e lo stesso Luigi Di Maio non deve aver gradito parole così pesanti. Tra i due alleati non c’è stato un contatto duro e nessun tono ultimativo ma il capo politico M5s ha fatto presente all’altro vicepremier quanto soprattutto in una giornata come questa, dell’incontro importante tra Angela Merkel e Giuseppe Conte, aprire una nuova polemica potesse apparire inopportuno. “Mi fa piacere – ha affermato più tardi Di Maio – che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare”. [Huffington Post]
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