lunedì , Gennaio 13 2025

Stop della Corte Costituzionale al ritorno delle Province regionali. Le considerazioni di Massimo Greco tecnico dell’ASAEL

Con sentenza n. 168 appena depositata la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge regionale che
ripristinava l’elezione diretta degli organi delle ex Province regionali siciliane.
I liberi consorzi comunali rimarranno quindi enti di secondo livello governati dai Comuni così come sancito dallo Statuto siciliano.
Ne parliamo con Massimo Greco che, nella qualità di tecnico dell’ASAEL, aveva in più occasioni prefigurato questo scenario.



Quindi nessun ritorno al voto per i moribondi Liberi Consorzi comunali?

 

La Corte costituzionale ha messo la parola fine su questa triste vicenda istituzionale tutta siciliana. Del resto la schizzofrenìa del legislatore regionale non poteva portare a risultati diversi. Una riforma dell’ente intermedio nata male e finita peggio.

 

Eppure quasi tutte le forze politiche ci speravano a riesumare le vecchie Province regionali dopo l’ultimo intervento legislativo…
 
Sì ma non lo hanno saputo fare perché tentando d’introdurre l’elezione diretta degli organi di governo nel Libero Consorzio comunale finivano per creare un ibrido istituzionale. Occorre ricordare ciò che diciamo e scriviamo ormai da anni. Il Consorzio comunale non è un ente territoriale di governo esponenziale delle comunità locali ma un organo strumentale esponenziale dei medesimi Comuni che lo compongono.

 

Cioè?

Mentre nell’ente locale (province e comuni) il diritto di elettorato passivo è in capo ai cittadini, nel Consorzio il diritto di elettorato passivo è in capo ai Comuni che lo compongono. Ecco perché l’elezione degli organi non può che essere di secondo grado.

 

E’ questo ciò che ha detto la Corte costituzionale?

Massimo Greco

No, la Corte ha detto molto di più. L’elezione diretta degli organi di governo dei Consorzi comunali non è compatibile con i principi sanciti dallo Stato con la legge di riforma delle Province delle Regioni a statuto ordinario (Delrio) che, com’è noto, ha soppresso l’elezione diretta degli organi di governo. Ma ha detto un’altra cosa che suona come melodìa per le orecchie di chi come noi lo ha scritto tante volte, e cioè che le nuove disposizioni regionali sull’elezione a suffragio universale degli organi di governo dei Consorzi comunali si pongono in contrasto anche con l’art. 15 dello Statuto di autonomia della Regione Siciliana che ha riconfigurato le soppresse circoscrizioni provinciali su base di Consorzi tra Comuni.

 

Ma allora anche le vecchie Province regionali della l.r. n. 9/86 erano incostituzionali?
 
Esatto e infatti siamo stati i soli, se non gli unici, che lo hanno sostenuto e scritto in una specifica pubblicazione del 2011. Definimmo un atto di mechanè, cioè di furbizia istituzionale, quello fatto con la l.r. n. 9/86, tollerato solo perché nel resto d’Italia gli enti intermedi non erano costituiti da Consorzi di Comuni come prescriveva lo Statuto siciliano ma da Province.

 

E adesso che succederà?
 
Il problema ritornerà pesantemente all’ARS, costretta a mantenere in vita con l’ennesimo intervento legislativo enti intermedi che non sono né carne né pesce, senza adeguate competenze e, soprattutto senza le necessarie risorse finanziarie per assicurare il buon andamento dell’azione amministrativa.

 

Quindi i Commissari rimarranno a vita?

Saranno prorogati fino a quando l’ARS non sarà in grado di disegnare un dignitoso ente intermedio.

 

 

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