“Si intasano i dipartimenti di emergenza e accettazione (ma anche il 118) per situazioni che sono ben lungi dal rappresentare un’urgenza o on’emergenza sanitaria”. Questo si legge a commento del 15° Rapporto Ospedali & Salute/2017 dell’Associazione italiana ospedalità privata. I DEA (Dipartimento D’emergenza e Accettazione) non funzionano per colpa dei furbetti, che pur di saltare la fila o di usare i servizi sanitari gratuitamente, ingolfano le sale d’aspetto dei p.s. Il rapporto, presentato al Senato, ha dimostrato che il 43,9% dei cittadini non trovando una risposta adeguata e/o rapida nell’ambito della medicina territoriale agisce in tal modo. Il 26,8% dichiara poi di andare in ospedale a fingere una qualsivoglia emergenza per farsi visitare. Si dice di un mal costume, ma si tace di tutto il resto. Si tace dell’impossibilità dei medici di base di controllare adeguatamente i propri pazienti e fra questi gli allettati, totalmente a carico dei familiari perché non idonei all’assistenza domiciliare o per accedere nelle strutture di assistenza e cura pubbliche, “idoneissimi” invece per le private. Si tace dei tempi di attesa per le visite specialistiche e dei loro costi. “Con 250 euro, 200 senza fattura, si supera la fila e ci si compra un lettino in ospedale dove il primario, che ti ha visitato in studio il giorno avanti, ti opera e ti guarisce” dice un adagio popolare. L’ospedale è la meta finale di un percorso accidentato e lungo per chi non ha i soldi, che a volte muore prima di arrivarci in una naturale selezione, ed è molto più facile e rapido per chi i soldi li ha o li trova. Furbi o disperati? In balia dello Stato complice di un sistema ingiusto e malavitoso.
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