L’estate leonfortese 2018 porta il brand Barbera&af-Fini. All’insegna dell’ “emergenza divertimento” ogni evento è stato necessario e ben riuscito. Leonforte emerso da un quinquennio dimesso, eclissato dai rumori dei limitrofi ridanciani e svilito dall’emergere di un governo divergente dal nostro, rinasce bellissimo. Allineati e coesi ora anche i tavachini potranno rialzar la testa per salutare i canadesi/difensori e non più liberatori della Patria, strozzata dal totalitarismo fascista, e ridere coi nostri talenti che degli altri possiamo bellamente fare a meno. E mentre tre moschettieri di candor vestiti strappano gramigne infestanti, il paese corre e taglia il traguardo della differenziata. Nel 1539 Francesco I vietò, con un editto, di gettare dalle finestre: “acque putride o corrotte, escrementi, sterco, ceneri di bucato, carogne di animali…” e cominciò così la privatizzazione della “lurdìa” per non far olere il mondo.
Oggi siamo primi. “Primi, siamo i primi”! Bravi dice il neo sindaco e pur sospettando che la differenziata si indifferenzi passato il ponte Patrangelo, differenziamo come e meglio degli altri. Un lustro luminoso è sorto, anticomunista e non proprio di destra e se il principio è sì giolivo il resto è tutto di “pinnina”. Non ci sono più alibi: tutto è possibile perché tutto è gradito a tutti e per ciò il lamento dell’escluso è abolito. A settembre cominceremo a crescere demograficamente, economicamente e pure socialmente sotto il vessillo dei Branciforti. Leonforte sarà il parametro della nuova speranza italiana perché è falso che sappiamo fare solo debiti, truccando i conti, e sempre a rischio di cedere alla tentazione della cretinata intelligente, trionferemo. Leonforte non è più arrabbiato perché a governare oggi sono gli arrabbiati di ieri. Social e perennemente comunicanti nel regno della Rete, i condottieri ci condurranno verso l’Intelligenza Collettiva o nel Vaffa sempre visibile all’orizzonte, disperdendo il nuovo nel vecchio pur di servire antichi credi. Tante cose ancora ci sono da fare e saranno tutte fatte. Ne siamo certi. Dobbiamo esserne certi perché bisogna credere e obbedire.
Gabriella Grasso
P.S.
La Redazione in seguito a incomprensioni cognitivo/amministrative di recentissima memoria ha deciso di bollare con Pasquinate nostrane questi scritti così da suggerire il sorriso ai nostri illuminati governanti che la musoneria è cosa d’altri tempi.
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