Carabinieri menzogneri

Nove anni ci sono voluti per scoprire che ad ammazzare Stefano Cucchi furono le botte dei carabinieri. A nulla erano servite le evidenze, se a confessarlo non fosse stato un altro carabiniere, la verità sarebbe stata soffocata dall’omertà e dai depistaggi. Chi ha sbagliato pagherà ha promesso Salvini, che a Ilaria Cucchi quando non era ancora iperMinistro, postava: “”La sorella di Cucchi si deve vergognare. La storia dovrebbe insegnare. Qualcuno nel passato fece un documento pubblico, erano intellettuali sdegnati contro un commissario di polizia che poi fu assassinato”. E ancora: “Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello”, ma “io sto sempre e comunque con polizia e carabinieri. Se l’1% sbaglia deve pagare, anche il doppio. Però mi sembra difficile pensare che ci siano poliziotti o carabinieri che hanno pestato per il gusto di farlo”. A depistare con infinite illecite complicità furono le alte cariche. Quanti uomini in divisa hanno mentito per coprire quei carabinieri? A Firenze, intanto, un altro carabiniere veniva condannato a 4 anni e 8 mesi per lo stupro di due studentesse americane. Quelle che a processo si sentirono domandare:“Lei indossava solo i pantaloni quella sera? Aveva la biancheria intima? Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina? È la prima volta che è stata violentata in vita sua?” “Cosa diceva esattamente la sua amica quando urlava? Erano urla di parole o semplicemente urla di dolore? “Lei trova affascinanti, sexy gli uomini che indossano una divisa?” Il 9/9/2017 Sallusti in merito scriveva: “La sinistra può tirare un sospiro di sollievo… se anche due carabinieri in divisa si macchiano di colpe simili”. “Capita raramente” continua Sallusti però capita che uomini in divisa tradiscano la fiducia dello Stato e dei cittadini”. Un sospiro di sollievo la sinistra lo tirerà quando si comprenderà che la giustizia non ha divise.

Gabriella Grasso