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Giornalisti: disegno di legge con la possibilità di un risarcimento al contrario nel caso di querela per diffamazione a scopo intimidatorio

Minacciati, aggrediti, intimiditi. In Italia, dal 2006 a oggi, sono 3.722 i giornalisti vittime di gravi violazioni della libertà’ di stampa. Dato ancora piu’ preoccupante se si conta che 3122 sono concentrati solo dal 2011, con un tasso di impunità del 98,3%. A raccontarlo e’ Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio FNSI e Ordine dei Giornalisti, promotore al Senato del Convegno Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti: l’allarme ONU, patrocinato dall’Unesco in vista della Giornata Mondiale contro l’impunita’ per i reati contro i giornalisti, indetta dall’Onu il 2 novembre.
C’e’ un esercito di professionisti “intimiditi” con l’arma della querela per diffamazione. “In tre anni – dice Spampinato – abbiamo avuto condanne a 7 anni in tutto. Dai numeri del ministero della Giustizia emergono 6 mila procedimenti penali, il 90% dei quali finisce nel nulla: il 70% gia’ in istruttoria, il 20% nelle fasi del processo. Ogni anno sono 155 condannati a pene mediamente di un anno di reclusione, quindi 103 anni di carcere ogni 12 mesi, 303 dal 2015. Insistiamo per depenalizzare il reato, che dovrebbe essere un illecito civile, come nelle altre professioni”. Insistendo sulla “responsabilita’ innanzitutto dell’editore”, la proposta e’ anche quella di “regolamenti extragiudiziali, come esistono in Inghilterra”.
Una prima proposta arriva intanto dal sottosegretario all’editoria Vito Crimi. “Il senatore Primo Di Nicola – dice – ha gia’ depositato un disegno di legge con la possibilita’ di un risarcimento al contrario nel caso di querela per diffamazione a scopo intimidatorio”. Se la querela si rivela “infondata, si potra’ essere condannati a pagare fino a meta’ di quanto richiesto al giornalista querelato. La stampa – aggiunge – sia sempre libera e indipendente, soprattutto dalla politica”. “Non si puo’ essere liberi senza una vita dignitosa e il nostro reddito di cittadinanza va anche in questo senso”, aggiunge il sottosegretario all’interno Luigi Gaetti, mentre Guy Berger, direttore Divisione Liberta’ di Stampa Unesco, ricorda che “le piu’ colpite da violenze individuali sono le donne, in una sorta di bullismo sotterraneo. Quando muore un giornalista – aggiunge – muore anche quello che voleva dire. Possiamo fare un minuto di silenzio o molto rumore”.

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