Spendere, comprare e sprecare

Il 23 novembre è stato il Black Friday. Gli svincoli autostradali per i centri commerciali erano intasati da chilometri e chilometri di automobili in pellegrinaggio per lo shopping obbligato e la parola d’ordine era: spendere. Spendere, comprare, sprecare e naturalmente selfarsi mentre lo si faceva. La miseria degli aspiranti al reddito di cittadinanza tra Black Friday e Cyber Monday è svanita. Bisognava comprare anche quello che non serviva o che già si possedeva: on line, nelle grandi catene, ai mercatini ovunque fosse possibile perché spendo ergo sum è il nuovo editto morale. Il Black Friday cade il giorno dopo la festa del Ringraziamento, che si celebra in USA e in Canada ogni quarto giovedì di novembre. Da qualche anno il Black Friday è sbarcato anche da noi come Halloween, ma a differenza di Halloween nessuno ha postato riflessioni sulle tradizioni tradite così come nessuno si indigna mai per Babbo Natale di rosso Coca/Cola vestito pretendendo in cambio il barese San Nicola. Un post sulle presunte origini del Venerdì Nero è stato pubblicato il 25 novembre. Il post, sotto una foto con un gruppo di schiavi incatenati, portava scritto: “Black Friday 1904, il giorno in cui i neri venivano esposti in luoghi pubblici per essere venduti a prezzi molto bassi”. E’ una bufala, i neri incatenati erano veri e anche le catene erano vere, ma si trattava di aborigeni imprigionati in un campo di concentramento nell’Australia occidentale. Meno male l’anno prossimo nessuna ombra potrà oscurare il Black Friday.

Gabriella Grasso

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