A Natale tornano: l’albero, il presepe e la solita immarcescibile tiritera del presepe a scuola.
L’Italia NON è uno Stato confessionale e non lo sono le sue scuole per cui i simboli religiosi sono accessori superflui, che testimoniano l’incapacità scolastica di affrancarsi da un retroterra culturale dominante, ma parziale con buona pace della laicità e del Concordato Stato-Chiesa revisionato nel 1984.
Il crocifisso e il presepe non rientrano nel programma curricolare e dunque non allestire un presepe a scuola è una scelta libera e condivisibile non una dichiarazione di appartenenza perseguibile e condannabile da Fratelli d’Italia.
Per il natale 2018 infatti Giorgia Meloni ha attivato un “numero verde” da contattare per segnalare gli istituti che bandiscono la tradizione natalizia cristiana o quelli che interpretano la natività in maniera fantasiosa. Ricordare l’anticlericalismo mussoliniano ai neofascisti forse aiuterebbe a ridare dignità alle tradizioni religiose che nulla dovrebbero condividere con la propaganda partitica. Giusto per ricordare ai nostalgici, spesso smemorati, riportiamo un momento del Mussolini “marxista” che elogiava Darwin e definiva i preti “pipistrelli che vogliono mantenere il popolo nell’ignoranza”:
«O preti, non è lontano il tempo in cui cesserete di essere inutili e falsi apostoli di una religione bugiarda e in cui, lasciando al passato la menzogna e l’oscurantismo, abbraccerete la verità e la ragione, e getterete la tonaca alla fiamma purificatrice del progresso» da Il Foglio.
Il presepe non è identità è un simbolo, sovrapporlo a un partito è indegno e per il presepe e per il partito.
Gabriella Grasso
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