Nel catanese la notte fra il 25 e il 26 dicembre, 600 persone dormivano all’addiaccio in attesa di sapere cos’avrebbe mangiato a colazione Salvini il giorno di Santo Stefano, il suo santo preferito mentre a Pesaro la ‘ndrangheta sparava 30 colpi in pieno centro per ammazzare un “incustodito” dello Stato, dieci giorni dopo l’affermazione del Capitano: “sconfiggeremo la mafia fra qualche giorno, mese o anno”. Salvini da par suo ha sfilato a Pesaro con la felpa della polizia e a Catania con quella dei pompieri risolvendo la vexata quaestio su arancino/arancina e sui social la Politica diventa politica: escludente, tronfia di autoreferenzialità e celebrante le adunate. Al tempo dei social come simulacri di vita la gente discute senza parlare e sente senza ascoltare perché è più importante il consenso e l’appartenenza al gruppo dominante che l’autenticità del pensiero.
Gabriella Grasso
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