Dove va a dormire l’umanità

Celebrare la memoria è facile. Non costa nulla ed è il modo più veloce per pulirsi la coscienza.
Le immagini in bianco e nero, tra il filo spinato, fanno ancora troppo male all’anima. Non si capisce bene da dove arrivi così tanto dolore, ma scava dentro, fino quasi a convincerci di essere umani.
Non riusciremo a darci pace, almeno finché non scopriremo dove sia andata a dormire l’umanità mentre braccia inermi venivano marchiate a fuoco. Non ci saranno mai risposte. E mai finiremo di stupirci.
Celebrare la Giornata della memoria è un dovere morale, che diventa ipocrisia quando si continua a guardare indietro gridando all’orrore, mentre davanti ai nostri occhi continua a consumarsi l’orrore. L’Europa prova vergogna per il suo passato, ma non riesce a vergognarsi del suo presente, altrettanto scellerato. La gara consiste nel tirarsi indietro per primi quando l’umanità grida aiuto.
Ricordare il passato è un dovere, ma anche ricordare il presente dovrebbe esserlo. Chissà quante altre giornate della memoria verranno istituite nel tempo e chissà quante corone di fiori verranno deposte con gli occhi pieni di lacrime, per lo scempio compiuto da chi oggi ha deciso di remare contro o ha semplicemente taciuto.
Un giorno anche i nostri nipoti si domanderanno dove sia andata a dormire la nostra umanità e si indigneranno di noi.

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