Tra la Lega di Salvini e il M5S al governo del Paese a rimetterci l’osso del collo è il M5S

Ci sono dei dettagli, che non devono essere trascurati per farsi un’idea di una realtà più grande di cui quel dettaglio è parte. E’ come l’ossicino di Cuvier, di cui parla Gramsci in uno dei suoi quaderni del carcere, per cui partendo da una piccola particella è possibile ricostruire il corpo grande di cui fa parte. E’ un dettaglio quello che si è visto in un noto talk show trasmesso dalla televisione la7, quando Matteo Salvini alla fine della lunga intervista si alza e se ne va salutato da forti e prolungati applausi dal pubblico. Non solo forti e prolungati appalusi. Il pubblico si mette anche in piedi per salutarlo mostrando di condividere quello che Salvini ha appena detto rispondendo alle domande dell’intervistatore sull’immigrazione, sulle modifiche alla legge della Fornero sulle pensioni, sul governo Lega-M5S e su altri argomenti. Cosa che non si è vista con altri politici di governo e di opposizione. Al di là di quello che si possa pensare dell’azione di governo di Salvini come ministro della Repubblica e di capo, anzi di capitano come amano chiamarlo i suoi supporter, di un partito politico come la Lega, è evidente che lui sia in connessione sentimentale con ampi e diversi strati sociali. E i sondaggi sulle intenzioni di voto stanno lì a dimostrarlo. Se si votasse oggi, la Lega si attesterebbe attorno al 36%. Un balzo di 20 punti percentuali in più rispetto al 17,4% conquistato un anno fa nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018. E’ vero, come cautamente avvertono in molti, che viviamo in una società liquida, per dirla con Zygmunt Bauman, dove anche il consenso elettorale, oltre che liquido, può diventare persino volatile e disperdersi in un fiat, in pochissimo tempo. Basti pensare a quello che è capitato tra capo e collo al Pd che, dal 41% delle elezioni europee del 2014, è rovinosamente precipitato al 18,7% nelle elezioni politiche dell’anno scorso. O quello che sta accadendo al M5S di Luigi Di Maio, cioè all’alleato di governo della Lega di Salvini. Dopo appena un anno, il consenso al M5S è calato di 8 punti percentuali passando dal 32,7% di un anno fa al 26% che gli attribuiscono i sondaggi di questi giorni sulle intenzioni di voto. Del contratto di governo Salvini si è intestato il punto relativo all’immigrazione, che ha un forte impatto mediatico e un’altrettanta forte presa sull’opinione pubblica. Il suo è un linguaggio diretto che raggiunge senza mediazione alcuna gli elettori ai quali non nega mai un selfie. Non vi deve sorprendere se il bottegaio dove fate la spesa o il panettiere dal quale comprate il pane ogni giorno o il vostro barbiere vi mostra una grande foto o un selfie con Salvini, con quella sua faccia sorridente da populista della porta accanto. A me è capitato dal mio barbiere che mi ha mostrato una foto che lo ritrae con Salvini. Il reddito di cittadinanza, l’altro punto del contratto di governo che si è intestato il M5S, non fa da argine alla perdita dei consensi. Sono in molti a pensare che quelli del M5S siano dei dilettanti allo sbaraglio la cui linea di condotta nell’azione di governo non sempre è coerente con quanto dichiaravano quando erano all’opposizione. Sulle vicende dell’Ilva di Taranto e del gasdotto trans adriatico (Tap), questa oscillazione di posizioni è evidente. Ma c’è, come dire, un altro ossicino di Cuvier che ci fa capire quale, la Lega di Salvini, dei due sottoscrittori del governo gialloverde si stia avvantaggiando a spese dell’altro, il M5S. Il contratto di governo prevede la riforma della legge sull’affido di minori di cui sta occupando il sentore della Lega Simone Pillon. Il disegno di legge messa a punto da Pillon si ispira alla teoria conosciuta come Parental Alienation Syndrome (Pas) del medico statunitense Richard Gardner, non riconosciuta dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. A questo argomento il terzo canale televisivo della ha dedicato un’intera puntata del pregevole programma ‘Presa diretta’ condotto da Riccardo Iacona. In questa puntata del programma la brava giornalista Giulia Bosetti ha rivelato che dietro quel disegno di legge c’è un’elaborazione culturale di un fitta rete di movimenti e associazioni, le più disparate, che puntano a rimettere in discussione leggi come quelle sul divorzio, sulla riforma del diritto di famiglia e sull’aborto. Tutto questo ci fa capire che la Lega è un partito con una spiccata personalizzazione che può però contare su un forte radicamento nelle regioni italiane del nord, che sono il motore del sistema economico italiano, e su un blocco sociale di riferimento ben definito nel quale stanno insieme piccole, medie e grandi imprese e ampi settori di quella che una volta si chiamava classe operaia. Risorse delle quali il M5S non dispone. Tra i due alleati del governo, quello più agguerrito è la Lega, un ‘puer robustus et malitiosus’, mentre l’altro alleato, il M5S, non lo è, o lo è molto di meno con il rischio di venire cannibalizzato proprio dal suo alleato più agguerrito.

 

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