La riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 ha significato per la sanità il decentramento alle regioni. Lo Stato centrale ossia il Ministero competente ha mantenuto la programmazione e il finanziamento, per garantire al cittadino le prestazioni minime. Questo ha comportato una disparità fra Nord e Sud acuendo la differenza di aspettative di vita. Al Nord è più probabile guarire e sopravvivere che al Sud. Un siciliano ha una speranza di vita inferiore di tre anni rispetto a un toscano. Perché? Perché al Sud la sanità è implicata con il disservizio e il clientelismo cronico. Perché al Sud più che al Nord si spinge verso la privatizzazione dell’assistenza sanitaria e perché l’ospedale al Sud è considerato da tutti e da sempre un bacino di voti per cui “ti ricovero se sei amico dell’amico sennò puoi crepare”.
Ciò premesso è comprensibile l’esodo dei malati del Sud verso il Nord con le ingenti spese a carico della regione e il sempre più marcato impoverimento del sistema sanitario pubblico. La sanità è indubbiamente cosa loro a noi restano i Consigli comunali straordinari in luogo delle manifestazioni o delle sfilate in camice bianco che nulla portarono allora e a nulla porteranno ora.
I Consigli comunali tenutosi a Nicosia e a Leonforte per lagnarsi della condanna a una mala sanità ai limiti del nulla a cosa sono serviti? Il dott. Iudica, Commissario ASP di Enna, ha predicato l’ecumenismo sanitario contro ogni anacronistico campanilismo: un poco di sanità per tutti ed ha chiaramente detto che un nuovo ricorso potrebbe significare per l’F/B/C la “fine definitiva”.
La sanità ennese, a detta di Iudica, sconta un deficit di circa 50 milioni di euro e manca di prospettiva, lo sappiano tutti i cittadini fruitori tutti del bacini afferente ai nosocomi. L’”ospedalone” è utopia, lo smembramento in quattro ospedaletti è probabilità, se poi a questi quattro capannoni lasciamo solo il nome di ospedale la probabilità diventa realtà. Un esempio: il primo cittadino di Leonforte, ha confermato la volontà espressa dal documento unitario approvato dal consiglio comunale il 27 luglio del 2018 e l’intenzione di valutare la possibilità di ricorrere al Tar per trasformare l’F.B.C in ospedale di base. Al Tar è già stato presentato un ricorso dal comune di Leonforte contro il decreto regionale del 31 marzo 2017 ancora da discutere: questo con quello e intanto la comunità rischia ogni giorno di morire per una tardata diagnosi.
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