Sono i politici 96, fra assessori regionali, deputati e sindaci indagati per voto di scambio in quel di Palermo. 96 di schieramenti diversi ma con la stessa vocazione a delinquere. Tra questi il pupillo dell’ex presidente Totò Cuffaro, scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. In Sicilia votare vuol dire mercanteggiare: c’è un prassi codificata. Un voto costa 25 euro nei rioni malfamati e un titolo o una carica nei quartieri alti, il tutto si decide al telefono e nelle riunioni al bar. Di recente anche in campagna, fra una braciola o un callozzo di salsiccia e un rosso fermo. La campagna acquisti è cosa seria, scientifica, e in campo scendono i portatori di dote elettorale che seminano illusioni e raccolgono consensi. E’ facile in una terra affamata e perennemente in attesa di assistenza, basta concedere le bricioline a quelli che ancora vanno a votare e lo fanno come impiego. Ogni campagna elettorale porta sempre una promessa a cui aggrapparsi per far tornare un figlio o sistemare il genero, che la figlia a casa ci sa stare. I ras delle preferenze restano sempre gli stessi: malgoverno o inchieste, scandali o ponti crollati, nulla li intacca; loro ragionieri della politica sanno calcolare e individuare in quale lista convenga candidarsi o con quale coalizione allearsi, sono maestri fini di questa antica arte. Un sistema perfetto, tutto ragionato e per nulla libero. In Sicilia per risolvere questa annosa questione dovrebbe essere abolito il voto oppure regolamentato lo scambio, così risparmieremmo almeno sui costi della giustizia.
Gabriella Grasso
Check Also
Carlo Amata il primo abbonato dell’ASD Città di Troina per la stagione 2024/25
Si chiama Carlo Amata il primo abbonato dell’ASD Città di Troina per la stagione 2024/25, …