Acqua. Cittadinanzattiva: bolletta idrica Enna, capoluogo siciliano più costoso

Cara, preziosa acqua. Cara anche perché costosa. E forse poco amata, se si considera la mole che ne va sprecata. In Italia una famiglia ha speso in media 426 euro nel 2018 per la bolletta idrica, con un aumento del 2,9%, 12 euro, rispetto al 2017. Grandi le differenze fra le città: fra la più cara e la più economica passano oltre 600 euro. La dispersione idrica in Italia peggiora: in media nel 2017 andava sprecata il 36,4% dell’acqua immessa nelle tubature, con picchi particolarmente alti in Molise (68%), in Sardegna e Lazio (60,1%) e una media al Sud del 45,5%.
Nella Giornata mondiale dell’acqua arrivano i nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva. La Toscana è la regione più costosa, il Molise la più economica. Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con 581 euro annuali e un maggior incremento rispetto al 2017 (+3,8%). A livello regionale, le famiglie più “tartassate” risiedono nell’ordine in Toscana (676 euro), Umbria (536 euro), Marche (512 euro) ed Emilia Romagna (511 euro). La regione più economica resta il Molise con 153 euro l’anno, che detiene però anche il primato negativo della dispersione idrica (68%, rispetto al 36,4% della media nazionale).
Ancora una volta si confermano grandi differenze fra i capoluoghi di provincia. La bolletta dell’acqua rimane particolarmente alta a Grosseto e Siena, le città più care (una conferma rispetto alla precedente analisi) con 753 euro, seguite da Pisa con 749 euro; oltre alle città toscane, tariffe alte ci sono anche a Frosinone (723 euro) e ad Enna (715 euro). Una conferma anche per le città meno care: Isernia è il capoluogo più economico con 120 euro, a 149 euro si piazza Milano, a 153 euro Trento. Sotto i 200 euro annui ci sono anche Imperia, Campobasso e Cosenza.
L’indagine di Cittadinanzattiva si basa sui costi costi sostenuti da una famiglia (fino a tre componenti e con un consumo medio di 192mc all’anno) per il servizio idrico integrato nel corso del 2018. Emergono, inoltre, notevoli disparità fra i capoluoghi di provincia della stessa regione, ad esempio nel Lazio, Sicilia, Liguria, Toscana, Lombardia e Calabria, dove le differenze sulla spesa sostenuta annualmente dalle famiglie possono superare i 300 euro. Emblematico il caso della Sicilia, dove si passa dai 715 euro di Enna, capoluogo siciliano più costoso, ai 215 euro di Catania, capoluogo meno caro.
“Dal nostro punto di vista – dice il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso – diventa sempre più pressante spingere verso una gestione più sostenibile della risorsa idrica, sia dal punto di vista economico rafforzando le misure, quali il bonus idrico, a favore delle fasce più vulnerabili, sia dal punto di vista ambientale sensibilizzando i cittadini verso un uso più accorto della risorsa in termini di riduzione dei consumi e soprattutto degli sprechi. In tal senso un appello va anche ai soggetti gestori del servizio chiamati ad avvalersi di tecnologie meno impattanti e procedimenti che consentano di attivare anche in questo ambito pratiche virtuose di economia circolare”.
Cittadinanzattiva stima che con un uso più razionale dell’acqua, un consumo minore e più consapevole, una famiglia spenderebbe in media 310 euro anziché 426 euro, con un risparmio medio del 27% a livello nazionale e di oltre il 30% in Regioni come Campania, Liguria, Puglia, Toscana, Umbria.

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