Loredana Calì è stata assassinata lunedì mattina da Filippo Marraro a Cetenanuova, dal quale si era separata lo scorso agosto.
Le voci di paese dicono che Filippo «faceva come un pazzo e chiedeva a tutti», la perseguitava e non si dava pace. Un paio di settimane fa Marraro “avrebbe” massacrato la moglie di botte e lo stesso trattamento “avrebbe” usato nei confronti di un uomo sospettato di essere il suo nuovo compagno, ma nessuno ha denunciato nulla. Su Facebook Marraro scriveva: “la vendetta è un piatto freddo, più è freddo e più si gusta” e nel suo stato: “vedovo”. “Lo conosco poco…ma in paese si sapeva che era un violento con la moglie” dice don Nicola Ilardo, parroco di Catenanuova, che rimprovera alla vittima di non aver colto i segnali. Dopo aver ammazzato Loredana, Marraro chiama i carabinieri e nell’attesa alla dirimpettaia dice: “Ho ucciso Loredana. Filippo Marraro non passa per cornuto” ed ai carabinieri: “ho ucciso la mia donna, aveva altri uomini”. Tutti c’erano i segnali eppure la comunità non ne ha colto neppure uno anzi si dice sotto shock e su facebook si lagna per l’inopportunità del video che riprende il sequestro di Loredana. “Nun facimu arridiri i genti” usa dire dalle nostre parti o anche non sono fatti nostri. Facciamo convegni sulla famiglia naturale minacciata dal Gender, ma è all’interno di una famiglia naturale che si è consumato il 17° femminicidio dall’inizio dell’anno. Avanti così dunque, è meglio fare finta di non vedere che immischiarsi nei fatti altrui, al limite poi sfiliamo con la fiaccola in mano.
Gabriella Grasso
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