C’è una Sicilia che si impegna a portare in alto i valori della legalità, mentre un’altra fa quasi fatica a crederci. Troina, nell’ennese, e Mezzojuso, nel palermitano, sono i due volti dell’isola. La trasmissione televisiva “Non è l’Arena”, condotta da Massimo Giletti, ha svelato in qualche modo le due facce di una terra ricca di arte, storia, monumenti, ma piena di contraddizioni. Ha messo in evidenzia come in due paesini della stessa regione, dove in molti casi la mafia ne ha impedito lo sviluppo, il concetto di legalità sia estremamente “elastico”.
Da un lato c’è Troina, conosciuta per una struttura sanitaria all’avanguardia, ovvero l’Oasi, ma anche, in questi ultimi anni, per la mafia dei pascoli, dall’altro Mezzojuso, balzato in auge per la storia delle sorelle Napoli, le quali dal 2006 sono vittime di intimidazioni mafiose nella loro azienda agricola, novanta ettari di terra che fanno gola ai clan. Loro dicono: “Non ce ne andremo da Mezzojuso”. Intanto sindaco e cittadini del paese palermitano si sono ribellati a Giletti, dicendo: “Siamo stanchi di essere trattati come mafiosi e omertosi. Giusto far presente la vicenda delle sorelle, ma non condividiamo i termini usati e come sia stato trattato l’argomento”. Insomma, ai cittadini di Mezzojuso non è piaciuto essere stati definiti “omertosi”. Perché – ha continuato Massimo Giletti – la problematica, per un anno, non è stata approfondita dal sindaco? Risposta: “L’ho conosciuta solo dopo un articolo di stampa”. Il conduttore televisivo avrebbe voluto che la cittadina di Mezzojuso avesse sostenuto le sorelle Napoli, avesse condannato la mafia dei pascoli, avesse gridato si alla legalità. Mezzojuso è rimasta invece quasi muta.
Cosa che non è accaduto a Troina dove il sindaco Fabio Venezia, schierandosi già in passato con lo Stato, ha firmato con la prefettura di Enna un protocollo contro la mafia dei pascoli. Ieri la piazza di Troina si è stretta non solo attorno al sindaco Venezia, il quale, insieme all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, ha deciso di intraprendere senza se e senza ma la strada della legalità, ma ha anche abbracciato quei lavoratori onesti, quegli agricoltori che si sono ribellati al pizzo. Troina ha dato un bel esempio all’Italia perchè il concetto della legalità non vada “insabbiato”.
E il giornalista siciliano Pietrangelo Buttafuoco, ospite della trasmissione, ha applaudito la scelta della cittadina ennese, la decisione di un popolo di schierarsi nettamente dalla parte dello Stato. “Occorre parlare delle problematiche che riguardano la mafia”, ha aggiunto Buttafuoco. Due storie parallele che appartengono alla stessa terra, la Sicilia, ma forse c’è chi ancora il concetto della legalità dovrà metterlo bene a “fuoco”.
Francesco Librizzi