Ormai mancano pochi giorni per conoscere risultati delle elezioni europee, liste che vincono, nuovi eletti a rappresentare 28 Stati membri dell’Unione Europea.
Sì 28, perchè vi partecipa anche la Gran Bretagna, nonostante il caso “Brexit”, quasi costretta ad eleggere i suoi rappresentanti, non essendo stato ancora risolto il caso.
Chi vincerà e chi arriverà a Strasburgo? I sondaggi, si sa, sono spesso irreali, talora ingannano, anzi disorientano, e condizionano chi non esercita la libertà di pensiero e di scelta, non certo chi è fedelmente ancorato ai propri principi che riconosce in tutto o in buona parte in una formazione politica o in un partito, o in un movimento, in una lista etc…
Eppure spesso chi va a votare può nutrire difficoltà di scelta, dubbi e disorientamenti, e non resistono, se scontenti e delusi da precedenti politiche, a tentazioni di nuovi ed alternativi percorsi elettorali.
Un parco di indecisi che sono sottoposti ai bombardamenti mediatici e propagandistici di leader politici, che si dimostrano grandi affabulatori ed oratori, capaci di riuscire ad accaparrarsi numerosi voti di preferenza da parte di elettori, spesso in libera uscita e facilmente captabili, convincendoli a dare il voto all’ultimo momento, approfittando di periodi di ansie, insicurezze umane e sociali che la gente comune può attraversare.
Gli elettori per convinzione e fedeltà a certi ideali di antica data o di nuova non sono, però, facilmente attraibili, perchè il loro è un percorso di vita intessuto di certi valori cui hanno sempre creduto e cui non rinunciano, anzi per gli stessi hanno sempre combattuto e combattono battaglie civili, politiche, umane e sociali.
Ma, al di là di questa casistica di elettori, riteniamo che ciò che maggiormente deve potere rilevare è che la nuova classe politico-parlamentare che uscirà dalle prossime urne sia la migliore possibile per capacità, competenze, lungimiranza, professionalità, dedizione ed impegno costante, in un certo senso creativa e visionaria, proiettata a fare uscire l’Europa dalla depressione socio-economica ed ad affrontare il futuro, a ritrovare se stessa.
Compiti certamente ardui, difficili, ma non impossibili se, ritrovando unità e coesione, il nuovo Parlamento Europeo riuscirà a contribuire, rafforzare e rilanciare l’Unione e lo spirito europeo, a recuperare i valori fondanti originari, a difenderli e diffonderli, con l’obiettivo di rinsaldare la coesione socio-economica, stimolare la cooperazione e la solidarietà.
Un Parlamento rinnovato che, nel legiferare, dovrà creare le condizioni per realizzare la integrità europea, procedere per le vie di uno sviluppo duraturo e sostenibile, agevolare la crescita non solo socio-economica, ma anche culturale, preservare la tutela dell’ambiente e propugnare l’uso delle energie rinnovabili, valorizzare il patrimonio scientifico, artistico ed architettonico, edilizio, infrastrutturale.
Una legislazione che non potrà tralasciare la lotta al cambiamento climatico, ma che dovrà salvaguardare l’ambiente, sia esso marino che terrestre, ristabilendo le migliori possibili condizioni di vita, rendendo meno inquinate e più vivibili e pulite città e campagne.
Compiti di straordinaria rilevanza di cui si dovrà far carico il nuovo Parlamento, per le funzioni cui è chiamato ad esercitare, in un processo legislativo co-decisorio con il Consiglio Europeo e la Commissione, che dovrà essere più collaborativo, snello, celere ed efficace, guardando agli interessi generali e comuni degli Stati membri, sia al centro che alle periferie sino a quelle insulari dell’Unione.
Nel Sud Italia e nelle isole persistono ancora sacche di sottosviluppo o ritardato sviluppo socio-economico e culturale, sulle quali vanno rilanciati, ad hoc, Piani e Programmi comunitari, i Fondi Strutturali, Progetti ed iniziative specifiche, perché questi possano incidere su questa parte territoriale d’Italia, stimolandone lo sviluppo e la crescita, al fine di renderla più competitiva, moderna ed attrattiva.
Splendidi patrimoni storici, culturali, artistici, architettonici, sia civili che religiosi spesso risultano abbandonati e non valorizzati sia singolarmente che quali parti di un contesto anch’esso trascurato, mentre potrebbero costituire delle risorse e leve su cui concentrare azioni di rafforzamento e rilancio, valorizzandone le bellezze, i pregi e la rilevanza storico-culturale, a suo tempo realizzati da antiche civiltà ed in attesa di essere riscoperti e rimessi a nuovo.
Strumenti che siano atti a promuovere lungimiranti politiche di investimento, di lavoro, istruzione e formazione, finalizzate a stimolare mercati, libera concorrenza ed interessi non solo dei singoli ma anche comuni e sociali. Ma prima occorre creare contesti favorevoli, condizioni e presupposti per affermare valori come l’uguaglianza, la giustizia, l’equità e la parità, il pari trattamento ed il riconoscimento dei diritti fondamentali umani e sociali.
Temi questi che coinvolgono le complesse problematiche dell’immigrazione, delle disuguaglianze umane e socio-economiche, le disparità di genere, le difficoltà di accesso allo studio, al lavoro, alla casa, al mantenimento della famiglia, al godimento pieno del diritto alla salute.
Occorre creare, affermare e garantire un sistema socio-economico e finanziario pan-europeo che interloquisca efficacemente con le istituzioni nazionali degli Stati membri e che sia idoneo per consentire l’accesso ad un mercato libero, aperto e concorrenziale, che ponga sugli stessi livelli agevolativi, strumenti e risorse, imprese, lavoratori, cittadini, studenti e giovani disoccupati.
Un nuovo contesto di “welfare state” che dia garanzie diffuse di lavoro e di opportunità, di imprenditorialità e socialità, di solidarietà ed integrazione.
Un nuovo mondo cui devono potere guardare con più fiducia le presenti e future generazioni, specie quelle giovanili.
Ne sarà all’altezza il prossimo Parlamento Europeo ? Il suo insediamento sarà un punto di ripartenza cui seguirà il rinnovo delle altre istituzioni dell’Unione Europea, e tutte saranno chiamate a svolgere fino in fondo la loro missione, per dare attuazione al Trattato U.E., per fare uscire l’Europa dalla recessione, per essere un punto di riferimento per la pace mondiale, per la cooperazione internazionale, per intessere un dialogo costruttivo con le superpotenze sia per gli scambi commerciali, e non, a livello internazionale, per la condivisione paritaria del fenomeno immigratorio tra tutti gli Stati membri, per garantire libertà, democrazia e sviluppo all’intero continente europeo.
Silvio Di Giorgio
e.mail: sisaldi@alice.it
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