Giovedì pomeriggio a Genova la polizia di Salvini ha caricato gli antagonisti antifascisti e Stefano Origone, giornalista di Repubblica, ne è testimone. Sul suo corpo è stata disegnata la strategia di persuasione dello Stato in divisa. “Scaricavano una rabbia che non ho mai incontrato prima, che non avevo mai sentito così efferata in trent’anni di professione, sempre sulla strada… sentivo che stavano scaricando su di me una rabbia indescrivibile, avevano un furore irrefrenabile, ero terrorizzato”. Manganelli e calci per zittire chi non obbedisce. “Ho gridato con tutta la mia voce: ‘Sono un giornalista, sono un giornalista’. Mi hanno fatto cadere e hanno cominciato a picchiare: calci, manganellate, colpi da tutte le parti, non sapevo come pararli, non potevo pararli. E urlavo, urlavo. Non si fermavano”. Come automi picchiavano, continua Origone e come automi hanno smesso “ come se il loro furore fosse stato spento con un clic” al grido di un loro collega “fermatevi, fermatevi… è un giornalista”. E se non fosse stato un giornalista? E se fosse stato un ragazzo? Uno come tanti, uno come Stefano Cucchi?
Gabriella Grasso
Check Also
Aidone. Il re archeologo a Morgantina : una mostra per celebrare il re Gustavo VI Adolfo di Svezia
Aidone. Il re Gustavo VI Adolfo di Svezia, conosciuto come il “Re archeologo” partecipò attivamente …