Oggi, quasi come sciacalli, tutti a buttarci sulle spoglie di eletti, elettori e non eletti. E siccome è troppo bello essere “sciacalli”, ma ancor meglio persone che vogliono normalmente provare a gettare uno sguardo d’insieme a ciò che ha restituito questa tornata elettorale, forte è la voglia di esprimere la nostra opinione, memori del fatto che non abbiamo la scienza infusa e che tutti i nostri giudizi sono semplicemente personali (tranne quando si parla di numeri, quelli sono oggettivi). Partiamo allora dalla notizia bella, ovvero il tracollo del Movimento Cinque Stelle che ha letteralmente dimezzato i propri consensi. È una notizia che ci fa tirare un sospiro di sollievo, ma soprattutto che ci ricorda come il popolo non si fa facilmente fregare in continuazione o che basta con una mancia elettorale portare voti al proprio mulino. Il reddito di cittadinanza, che rappresenta il “panem”, non è riuscito a coprire la vacuità del programma politico pentastellato, vacuità accentuata dalla incompetenza dei leader e dei vari rappresentanti. Come non ci affideremo mai ad un geometra (con tutto il rispetto per questa categoria) per operarci di appendicite (e viceversa ad un medico per il rilievo di un terreno), oltremodo è inaffidabile la new entry in politica quando questa new entry non ha mai avuto la benchè minima esperienza e quindi preparazione nell’Amministrazione. E in un’epoca in cui siamo tutti improvvisatori, non può l’improvvisazione entrare anche in politica. E fortunatamente il popolo se ne è accorto. Peccato che al Sud, anche se anche qui come in un paese della provincia di Enna: Nicosia i voti grillini sono praticamente dimezzati, ancora resiste uno zoccolo duro. Ma passerà anche quello. E non perché siamo disonesti, mafiosi, corrotti e tutti quegli epiteti che vengono dati a chi non si inchina al sacro volere di Rousseau e ad una democrazia diretta sui generis (viva la democrazia e la libertà), ma proprio perché il fenomeno del grillismo è un fenomeno di protesta distruttivo e non si può sempre distruggere senza provare a costruire qualcosa (ovviamente di buono) di solido e che possa durare (la parentesi è obbligatoria perché ciò che lascerà questo governo sarà la pesante inflazione prodotta da questo reddito).
Una notizia meno bella è questa forte affermazione della Lega. È giusto precisare, comunque, che molte battaglie portate avanti dalla Lega e quindi comuni alla Destra conservatrice e patriottica quali la limitazione dell’immigrazione clandestina e l’aumento e la centralità dei valori e della sovranità nazionale sono giuste e sacrosante. Molti leghisti, a differenza dei grillini, hanno esperienze profonde nel campo amministrativo e profonde radici del territorio.
In un certo senso sono oggettivamente una spanna sopra al Movimento 5 Stelle e potrebbero egregiamente rappresentare la destra, ma purtroppo non possiamo dimenticare il passato quando quel partito aveva nel nome “Nord” e quindi tutto ciò che è stato connesso. Bella notizia, quindi, la crescita di consenso per Fratelli d’Italia che potrebbe, in una sorta di complementarietà, divenire la Lega del Sud e quindi, in una sorta di peso e contrappeso, con Forza Italia ago della bilancia moderato, rappresentare la Destra di cui abbiamo bisogno e quella voce patriottica da fare sentire in Europa e al governo. Rappresenta una bella notizia anche la performance del Partito Democratico, per tutto il discorso fatto poc’anzi, ovviamente visto nella specularità per il rinnovo di una sinistra e quindi di un bipolarismo destra e sinistra che riassorbirebbe queste tendenze strane e che sicuramente non giovano alla politica italiana. Non deve, muovendoci ora in un contesto più generale, spaventarci inoltre l’affermazione sovranista in Europa. Essa rappresenta il contrappeso utile per quanto concerne la convivenza tra gli Stati. Il Sovranismo in Europa è come quella madre che bada a tutti i suoi figli facendo in modo che siano tutti puliti, bravi, educati e felici.
È quell’ago che permette di dire sì all’unità ma che ci ricorda che l’unità è composta da tante particolarità e che un euro è formato da 100 centesimi. Siamo stati, purtroppo, in questi anni, vittime di un’Europa troppo stretta e con politiche livellatrici che non tenevano conto delle necessità di ciascuno. Un’Europa, da un certo punto di vista, ostaggio della democrazia quando con democrazia indichiamo la dittatura della maggioranza. L’Europa che si profila oggi può diventare un’Europa delle libertà dove a contare non sia la massa ma il singolo.
Alain Calò
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