A Nicosia una maestra è indagata perché violenta. Parole come “presunto” o “sospetto”, parole necessarie negli accertamenti, riguardano solo i malavitosi o i femminicidi, le maestre no. La maestra violenta in questo momento storico serve a veicolare l’idea della telecamera necessaria in aula per verificare l’ortodossia didattica e l’isteria in menopausa, alimentando l’idea di una scuola insicura e poco formativa specie se affidata alle femmine. Negli ultimi cinque anni vi è stata un’esplosione di (presunti) casi di maltrattamenti a scuola a opera di “vecchie” maestre incapaci di seguire classi numerose di ologrammi iperattivi, accessori di papà e mamme bisognosi di conferme.
Maestre indagate come i mafiosi da forze dell’ordine, che nulla conoscono dell’ambiente scolastico. La maestra è nell’immaginario collettivo passata da mammina accudente a megera sadica. Il MIUR è impegnato a osteggiare l’educazione affettiva e perciò tace… e la scuola crolla. Ora però ci penserà Salvini. Dopo la riscrittura del palinsesto Rai e l’eliminazione della scorta a Saviano, Salvini creerà il Ministero dell’Educazione Nazionale e realizzerà un’organica riforma della scuola per formare il cittadino modello: ubbidiente e xenofobo.
Gabriella Grasso
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