lunedì , Gennaio 13 2025

Salvini vs Rackete

“Sub lege libertas” è il motto della polizia di Stato di cui Salvini amava indossare felpe e giubbotti prima che Saporito (coordinatore nazionale Usb dei vigili del fuoco) lo denunciasse per “porto abusivo di divisa” secondo l’articolo 498 del Codice Penale. Sub lege libertas significa che solo sotto la Legge è possibile la Libertà ma il nostro, ispirato da figuri liberticidi, lo ignora. Ieri sera infatti in un lungo monologo, dimentico di profughi e ONG, si è scagliato contro la Magistratura: faziosa e indipendente dalla sua volontà. La magistratura, nella persona del gip di Agrigento Vella, non ha convalidato l’arresto della capitana Rackete, offendendo il Capitano e macchiandosi per tanto di lesa maestà. La capitana della Sea Watch non è una criminale, come ha detto più e più volte il ministro, perché ha agito rispettando la convenzione di Amburgo del 1979 e l’articolo 117 della Costituzione italiana. L’arresto di Carola Rackete si è rivelato dunque un effetto mediatico senza riscontro legale a uso di patetici ruttatori di corte. L’attacco alla barca della GdF è stato pure ridimensionato dalle immagini televisive e dalle tante testimonianze, che hanno dimostrato la pericolosità dell’azione dissuasiva operata dalla Gdf. Azione che ha avuto invece il merito di aggravare la posizione della Rackete. Il pericolo alla sicurezza pubblica, ha dichiarato il procuratore Patronaggio, proviene dagli sbarchi fantasma, che arrivano dalla Tunisia. Gli sbarchi fantasma, secondo il sito del Viminale, nel 2019 sono stati più di 2.515 mentre quelli controllati delle ONG sono stati 173. Le ONG dunque non portano pericolosi criminali e non sono taxi del mare e non sono complici di scafisti. Il pericolo viene dai barchini fantasma e mentre Salvini in Europa elemosina le briciole dai poteri forti, che si prendono i vertici delle istituzioni europee lasciando fuori l’Italia a trazione sovranista, nel suo Paese ringhia al telefonino certo che quanti denunciarono (quello che i giornali non ti diranno mai) la verità sul ponte Morandi (per questo le immagini vennero secretate) risponderanno a iosa, vomitando insulti sessisti o falsando foto e video, come ha fatto il deputato leghista Bazzaro. Fossi leghista mi offenderei per la scarsissima opinione che dei leghisti hanno ministri e deputati del Carroccio.

Gabriella Grasso

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